Il Presidente Angelo Binaghi è quasi un lustro che sta ripetendo che vuole vincere l’Insalatiera, la Coppa che fu nostra solo nel 1976 quando Adriano Panatta & Co. batterono il Cile a Santiago. Il presidente era in età di Avvenire e noi con le braghe corte ricordiamo poco di quei giorni ormai lontanissimi nel tempo se non che la politica e la società italiana era contraria alla trasferta in casa del dittatore Pinochet. Ci sono rimaste poche immagini sfocate perché anche la Rai boicottò quasi completamente l’evento. Riuscimmo a partire per merito soprattutto di capitan Nicola Pietrangeli che non si sottrasse al dibattito pubblico in anni effervescenti.
Dopo averla sfiorata nella scorsa stagione grazie soprattutto alle imprese di Sonego – che non doveva nemmeno partire per la Spagna – quest’anno ci riproviamo con una formazione in parte diversa da quella dell’anno scorso.
La notizia buona è che abbiamo il nostro n°1 Jannik Sinner in gran forma come si è visto a Torino e sicuramente voglioso di far bene anche se sarà un po’ affaticato. Deve subito adattarsi al campo, alle palle, all’ambiente ma credo che il calore della squadra pronta ad accoglierlo come si fa con un Campione gli servirà per dimenticare la sconfitta contro Novak Djokovic anche se la Serbia con un determinato Nole in campo potrebbe rincontrarla in semifinale. Prima tuttavia noi dobbiamo battere l’Olanda e la Serbia deve fare lo stesso con la Gran Bretagna senza Andy Murray. Comunque per entrambe le squadre non sarà una passeggiata di salute anche se con Nole il punto nel singolare è praticamente assicurato.
Noi come siamo messi? La domanda dovremmo rivolgerla a Filippo Volandri perché io non sono tanto in grado di rispondere. Jannik è il nostro numero 1 e il totem dal quale dobbiamo partire, dal quale non possiamo prescindere non solo come singolarista ma pure come doppista nonostante l’altoatesino doppista non lo sia e forse non lo sarà mai. Se servirà il suo apporto credo che Jannik non si tirerà indietro anche se avrà appena finito di giocare il singolare.
Con chi giocherà è difficile dirlo adesso. Credo che nemmeno capitan Volandri abbia le idee chiare perché negli ultimi due anni la promessa di trovare un doppio competitivo non è stata mantenuta pur sapendo che potrebbe risultare decisivo. Tante le colpe. Non c’è spazio per analizzarle adesso. Proprio con una volée e un cambio ben riuscito a rete potremmo giocarci la Coppa. Lo spazio per fare errori in questa formula non c’è, ogni scelta deve essere oculata e meditata senza pensare di offendere qualcuno. Nessuno si può permettere di bleffare altrimenti si finisce in padella scottati come l’anno scorso. Speriamo che almeno questo, Volandri l’abbia capito.
Il secondo singolarista è un enigma e se si giocheranno almeno due tie non è detto che ci possa essere un cambiamento in corsa. Il posto se lo giocano Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi e Lorenzo Sonego, l’eroe dello scorso anno. Per il piemontese bisogna sperare che non sia quello che ha giocato con Fabio Fognini a Metz. Contro l’Olanda giocheremo giovedì a partire dalle ore 10 e anche questo credo sia un elemento da non sottovalutare. Ci vogliono giocatori che si sappiano attivare la mattina presto, in un orario abbastanza insolito per iniziare una partita.
Negli ultimi mesi poco ci ha fatto vedere anche Musetti: risultati scarsi, atteggiamento in campo negativo e non buona attitudine per il veloce indoor. Arnaldi è il nome nuovo del tennis italiano. Ha già debuttato e ha fatto vedere che ha una buona tempra, mi sembra un vincente e un ottimo stratega. Simone Bolelli potrebbe giocare in doppio ma non sono così sicuro che lo farà anche perché ultimamente lo abbiamo visto pochissimo in campo.
Volandri gioca un ruolo importante e speriamo che sia all’altezza. Non si deve far condizionare. Dispiace vederlo seguire poche volte i suoi giocatori durante i tornei maggiori oltre agli Slam. In compenso lo sentiamo spesso commentare il tennis in televisione ma per fare il Capitano di Coppa Davis questo ruolo non basta. Corrado Barazzutti era molto più attivo e quasi sempre presente.