Dal 26 al 28 dicembre 1960, Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola giocarono la prima finale di Coppa Davis per l’Italia. Come avversario l’Australia di Neale Fraser e Rod Laver.
Nicola era il migliore sulla terra rossa come avevano dimostrato le vittorie al Roland Garros del 1959 e del 1960. Sirola, oltre ad essere il suo fedele compagno di doppio, era il singolarista più affidabile visto che Gardini da qualche anno aveva lasciato il tennis per volere familiare.
Laver aveva già vinto l’Open d’Australia e fatto finale sia a Forest Hills che a Wimbledon perdendo proprio da Fraser. Erano i migliori sull’erba tra chi non era ancora passato professionista. Quell’anno Rod aveva battuto Nicola a Wimbledon al 5° set in una bellissima semifinale.
Era quello il tempo in cui la Coppa Davis si giocava con la formula del Challenge Round. Il detentore del titolo sfidava in casa, quindi scegliendo la superficie, la squadra che aveva vinto gli incontri eliminatori e la finale interzone che quell’anno fu giocata a Perth dall’Italia contro gli Stati Uniti dal 9 al 12 dicembre.
Recuperare da 0-2 contro la squadra americana dopo le sconfitte di Sirola contro Buchholz e di Pietrangeli, che sciupò diversi match point con McKay, per 13-11 al quinto set, fu un’impresa storica. Pietrangeli e Sirola, una delle migliori tre coppie del momento, vinsero in cinque set contro gli yankee, ma l’impresa vera toccò a Orlando che sul punteggio di 2 a 2 sconfisse nel match decisivo in tre set lottati ma netti il loro numero 1 McKay.
Dopo la difficile vittoria contro gli Stati Uniti la squadra italiana giocò a Sydney la meritata finale contro l’Australia. Sirola e Pietrangeli si batterono quasi alla pari contro Fraser e Laver ma i due aussie erano troppo abituati a giocare sull’erba per perdere l’occasione di non riconfermarsi campioni.
Sirola strappò il primo set del match d’esordio a Fraser, nel doppio Nicola e Orlando, contro Emerson e Fraser, crollarono alla distanza. Il punto della bandiera, sullo 0-4, fu vinto da Pietrangeli contro Fraser che a onor del vero aveva una gamba dolente.
Forse un sorteggio diverso nella prima giornata ci avrebbe dato qualche possibilità maggiore, ma gli italiani tornarono fieri dalla spedizione nella calda estate australiana.
L’anno dopo arrivammo di nuovo in finale. Nel frattempo era rientrato in squadra Gardini che non vedeva l’ora di riprovarsi nello sport che lo aveva reso famoso.
Battemmo gli Stati Uniti al Foro Italico nella finale interzone, ma nel Challenge Round con la squadra australiana a Melbourne, negli stessi giorni dell’anno prima, andò peggio perché i nostri avversari ci sconfissero con un 5-0 che non aveva attenuanti.