Medvedev e Zverev proveranno nella prossima stagione ad insidiare il trono del serbo
Il 2021 è stato l’anno di Novak Djokovic anche se alcuni critici hanno puntato il dito sulla seconda parte di stagione, quella che inizia con le Olimpiadi di Tokyo, nella quale il serbo ha fallito tutti gli obiettivi che si era posto. Credo che analizzare l’anno da questo punto di vista sia molto ingeneroso e soprattutto non obiettivo.
Quando domenica 12 settembre Nole si apprestava a giocare la finale di Flushing Meadows contro Medvedev pochi immaginavano una sconfitta e comunque avevano considerato la sua una stagione straordinaria. E’ arrivato ad un passo dal Grande Slam e a New York non è riuscito a controllare le emozioni. La sconfitta alle Olimpiadi e al Masters contro Zverev e in Coppa Davis non per colpa sua rientrano nella logica del tennis dove si può anche perdere.
Dietro di lui vedo Daniil Medvedev e Alexander Zverev, con una differenza. Il primo ha vinto Flushing Meadows con un assoluto controllo di sé e del proprio gioco. Certo, non ha incontrato il vero Nole ma questo non per colpa sua. Sul cemento all’aperto e sui campi indoor è sicuramente di una spanna superiore ai giocatori nati negli anni ’90.
L’unico in grado di avvicinarlo e anche di batterlo come si è visto alle Atp Finals di Torino è Zverev che sembra aver cambiato marcia da quando il fratello gli fa da angelo custode. Le vittorie di Madrid, Cincinnati, l’oro Olimpico e le Atp Finals, seconda volta in tre anni, suggellano una stagione da primo della classe e forse il definitivo passo che molti addetti ai lavori aspettano da lui da diversi anni. Deve vincere tornei Slam per confermarsi, non sarà facile ma ha tutte le qualità per riuscirci.
Stefanos Tsitsipas ha fatto molto bene finché si è giocato sulla terra e la finale del Roland Garros ha suggellato una straordinaria prima parte di stagione. Dopo, sia per problemi fisici e anche per il contraccolpo subito per la sconfitta a Parigi dove in finale contro Nole aveva vinto i primi due set, si è ecclissato. Malissimo a Wimbledon e male anche nella seconda parte di stagione condizionata comunque da una tendinite. E’ stato operato, credo che lo rivedremo in forma questa primavera.
L’altro grande della stagione, ne ho già parlato tante volte, è stato Matteo Berrettini che è arrivato vicino ad un sogno che è prima di tutto suo ma anche di un Paese: vincere Wimbledon. E’ stato il primo italiano ad andarci vicino e questo basta per essergli grato per sempre. Ci riproverà e se sarà in forma credo che abbia le potenzialità per alzare il trofeo dei Championships.
Andrej Rublev non ha ripetuto la bella stagione del 2020. Se non riuscirà ad aggiungere colpi al suo gioco e migliorare la parte difensiva credo che sia destinato più a perdere posizioni che a conquistarle.
Rafael Nadal ha vinto a Barcellona e al Foro Italico. Per un uno come lui, non devo dirlo io, è troppo poco. E’ stato tormentato durante la stagione da un problema al piede. E’ a riposo da quest’estate. Credo che il suo obiettivo per il prossimo anno sia quello di vincere il 14° Roland Garros. Per farlo non solo dovrà battere Djokovic, Zverev, Tsitsipas ma dovrà stare attento anche alla nuova generazione che sta avanzando. Penso a Ruud, specialista del rosso, ad Alcaraz e forse anche a Berrettini e Sinner.
Di Roger Federer si sono perse un po’ le tracce. Il suo obiettivo credo sia quello di tornare a divertire e a divertirsi a Wimbledon. Onestamente mi sembra troppo tardi per pensare anche solo ad una finale, ma la condizione fisica rimane un’incognita non di poco conto. L’8 agosto 2022 compirà 41 anni.
Andy Murray dopo l’ultima operazione all’anca sta provando, con la forza di volontà che gli conosciamo, a tornare a giocare su buoni ritmi. L’impegno è tantissimo, i risultati sono altalenanti ma in fase di crescita. Quando gioca non sembra più sofferente, le gambe corrono veloci e senza sforzo. Anche per lui, come per Roger, il grande appuntamento è Wimbledon 2022. Potrebbe fare qualche sorpresa.
E’ stata la stagione del rinnovamento. Ormai i giocatori nati nella seconda parte degli anni ’80 o stanno lasciando l’attività o non ottengono più risultati di rilievo. Anche per i player intorno ai trent’anni è sempre più difficile ottenere buoni risultati. Vedremo come sarà il rientro di Dominic Thiem fermo da molti mesi.
Quest’anno gli osservati speciali saranno i ragazzi nati nel nuovo millennio: Jannik Sinner, Carlos Alcaraz, Sebastian Korda, Jenson Brooksby, Brandon Nakashima e Holger Rune, anche se non tutti hanno le stesse prospettive e aspettative immediate, e soprattutto gli ex next-gen che oramai si sono fatti grandi e vogliono far vedere al mondo del tennis che il loro momento è arrivato per davvero.
Basta attese, basta titubanze, se sono dei campioni è arrivato il tempo per dimostrarlo. Con i ventenni che incalzano, fra due-tre anni potrebbe essere troppo tardi anche per loro.
Già inserito il 20 dicembre 2021 nella categoria News