Il russo Aslan Karatsev, che gioca per la prima volta un torneo Slam, è la grande sorpresa. Stefanos Tsitsipas batte Rafa Nadal ai quarti recuperando due set.
Djokovic-Karatsev nella parte alta del tabellone e Tsitsipas-Medvedev in quella bassa sono le semifinali che si giocheranno tra giovedì e venerdì al primo Slam dell’anno che si disputa come di consuetudine in Australia. Quest’anno il tragitto per provare a far competere i giocatori in modo più regolare possibile al Melbourne Park è stato per gli organizzatori irto di ostacoli molto difficili da superare.
Non si può non partire presentando uno dei più clamorosi match che si giocherà a questo livello almeno da quando il tennis è Open. Si affronteranno il giocatore che ha messo nella sua bacheca finora 17 titoli Major e che con il successo contro Raonic ha raggiunto il traguardo della trecentesima partita vinta nei tornei Slam e il moscovita che in pochi conoscevano prima dell’inizio del torneo e che non era mai entrato in un tabellone principale di uno Slam.
Karatsev che aveva incominciato a mostrare il suo potenziale al terzo turno lasciando solo nove game a Schwartzman – le cui caratteristiche fisiche e tecniche forse non si addicono perfettamente al cemento australiano, ma è stato pur sempre capace di arrivare alle Finals Atp di Londra 2020 – ha recuperato una partita che sembrava persa agli ottavi di finale contro Auger. A decidere la sfida contro il canadese che continua a deludere nei momenti importanti, quando conta far sentire la presenza in campo, è stato il break nel quarto game del quarto set che lo ha portato sul 3-1.
Se il player nato a Mosca ventisette anni fa ha il grande merito di non essersi scoraggiato quando vedeva che il bel sogno di arrivare in semifinale stava sfumando – 6-3 6-1 i primi due set a favore di Auger – non ci si può non stupire dal modo in cui il canadese ha giocato quando si è accorto che il match gli stava scivolando via come una saponetta bagnata. Felix non ha provato né a cambiare la sua strategia di gioco né a scuotersi mentalmente lasciando che il russo prendesse sempre più campo e tirasse vincenti da ogni posizione.
Il moscovita ha fatto ricredere anche i più scettici dopo aver sconfitto ai quarti di finale Dimitrov che pronosticavo favorito. Il bulgaro era apparso finora in gran forma non solo nella partita contro Thiem, considerato alla vigilia uno dei possibili vincitori. Nel match degli ottavi Thiem-Dimitrov è probabile che per Dominic abbia influito la maratona fisica alla quale lo aveva sottoposto Kyrgios nel turno precedente.
Lunghe ore di battaglia che l’austriaco ha pagato caro con il giocatore bulgaro che ha condotto un match attento e senza farsi intimorire dai parziali vantaggi che il player di Wiener Neustadt era riuscito ad accumulare sia nel primo che nel secondo set. Nei primi due Thiem ha avuto l’occasione per salire 4-1. Nei giochi finali del set ha fatto un’infinità di errori gratuiti che non eravamo più abituati a vedere nemmeno sul veloce dove le sue ultime prestazioni Slam erano state eccellenti: finale all’Australian Open dello scorso anno persa per un soffio al quinto set contro Djokovic e successo con tanto di rimonta con brivido finale a Flushing Meadows dove battendo Zverev è diventato il centocinquantesimo slammer della storia.
Persa la grande occasione nel secondo set, ha subito contro Grigor un parziale di undici game a uno che hanno permesso al bulgaro, sempre uno spettacolo per gli occhi vedere il suo tennis quando è in forma, di vincere il terzo parziale per 6-0.
Con Karatsev Dimitrov è apparso, in particolare nel terzo e nel quarto set, l’ombra di se stesso. Nella conferenza stampa del dopo partita Grigor ha spiegato che improvvisamente il giorno prima del match che lo avrebbe potuto far tornare ad una semifinale Slam dal settembre 2019 ha incominciato a soffrire di spasmi alla schiena che non è riuscito a curare come avrebbe voluto. Eppure la partita non era iniziata male per il ventinovenne di Haskovo. Dal parziale di 1-2 ha infilato cinque game consecutivi che gli hanno permesso di chiudere 6-2 il primo set in poco più di trenta minuti di gioco. I primi game del secondo gli hanno dato la possibilità di staccarsi di nuovo. Sul 4-4 diversi errori non forzati del bulgaro hanno portato Karatsev a servire per il set. Il giocatore di Mosca ha chiuso il game senza alcuna titubanza. Il match è di fatto finito all’inizio del terzo quando sono apparse evidenti le difficolta che aveva Grigor nel muoversi e spingere in modo accettabile sia al servizio che da fondo.
Se Karatsev è un semifinalista che non poteva essere previsto nemmeno da un sensitivo, la sconfitta anzitempo di Djokovic sarebbe stata una sorpresa difficilmente ipotizzabile. Se per l’otto volte vincitore dello Slam d’inizio stagione arrivare in semifinale non può che essere considerata poco più di una formalità, bisogna ammettere che la cattiva condizione fisica gli sta creando molti problemi. Ha ammesso che se non si trattasse di un torneo Major si sarebbe ritirato.
Contro Raonic negli ottavi ha dimostrato quanto conti la capacità di saper gestire ogni momento della partita nel miglior modo possibile.
Deciso il primo set non certo esaltante al tie-break nel quale si sono contati molti errori gratuiti per entrambi, al quinto game del secondo Milos ha fatto il primo break del match. I suoi colpi principali, servizio e diritto profondo, si sono fatti col passare dei minuti sempre più propositivi e quando è riuscito a vincere il secondo set forse ha pensato che Nole stesse rincominciando ad accusare i problemi fisici che lo avevano costretto quasi alla resa durante il match contro Fritz.
Nulla di più sbagliato. Nel terzo il serbo ha cambiato marcia. Negli ultimi due set vinti per 6-1 6-4 è venuta fuori la grandezza di Nole che è sempre capace di stupire e di dare il meglio di sé nei momenti in cui il pericolo incomincia a intravedersi. Dal terzo il serbo ha saputo mantenere perfettamente il controllo del match, accelerando con il minimo dispendio di energie possibili. Brekkando per la prima volta l’avversario si è portato sul 3-1 e da quel momento ha giocato come fa il gatto con il topo. Emblematico il quarto set quando sul 4-4 ha fatto lo strappo decisivo che lo ha portato a servire per il match.
Con estrema sicurezza Zverev è avanzato fino ai quarti per l’atteso match contro Nole. Il giocatore tedesco che prima che iniziasse l’anno ha esonerato Ferrer, l’ultima vittima illustre dopo Ferrero e Lendl, nel 2020 ha sicuramente giocato la migliore stagione a livello Slam. La finale persa per un soffio contro Thiem a New York testimonia che il giocatore sta acquisendo uno status che qualcuno un po’ troppo frettolosamente, dopo avergli predetto una carriera da vincitore Slam seriale, gli aveva arbitrariamente tolto. A piccoli passi, dopo aver dimostrato che il suo potenziale è di altissima qualità, si sta avvicinando al rendimento dei primissimi.
Sascha nell’incontro con Lajovic ha alternato come suo solito grandi giocate ad errori banali. Il risultato non è mai stato messo in discussione dal serbo nonostante una partenza molto promettente che lo ha visto giocare nel primo set la palla del 3-0. Scampato l’iniziale pericolo il player di Amburgo ha preso le misure all’avversario dominando il match ancora più di quanto dica il punteggio di 6-4 7-6 6-3.
L’incontro giocato da Sascha contro Nole ha dimostrato che il tedesco di origini russe è a poco meno di un passo dai primissimi ma non riesce ancora a sconfiggere i cattivi pensieri nei momenti decisivi.
Contro un Djokovic che non si allena come vorrebbe perché spende molte ore della giornata a farsi trattare per sentire meno dolore possibile durante il match, è mancato nei momenti decisivi. Vinto il primo parziale al tie-break e perso nettamente il secondo dove per alcuni tratti abbiamo rivisto il Nole insuperabile, nel terzo e nel quarto set Sascha non ha saputo capitalizzare il vantaggio che aveva accumulato.
Nel terzo Zverev ha sprecato il vantaggio di 4-1 0-30. Recuperato il break, sul 4-4 Nole nel nono game ha fatto il break a zero per poi chiudere il set nel gioco successivo senza esitazioni. Nel quarto Sascha ha avuto la palla per fuggire fino al 4-0 e avvicinarsi così al quinto. Il serbo ha recuperato e sul 6-5 si è giocato il game più bello del match. Sascha ha sciupato una palla set e si è entrati così nel tunnel del tie-break. L’ace del serbo sul 7-6 ha posto fine alla contesa sulla quale il tedesco, passata la rabbia per la sconfitta dovrà meditare, magari aiutato dal fratello, sul da farsi se vuole essere veramente competitivo per un successo Slam.
Nella parte bassa del tabellone era difficile immaginare un quarto di finale che non vedesse come protagonisti Medvedev e Rublev visto il livello molto alto che i due player di Mosca stanno esprimendo. Le loro prestazioni all’Atp Cup sono state una dimostrazione di forza assoluta, ma se si torna indietro al dopo lockdown non possiamo dimenticare che i due, molto amici fuori dal campo, sono stati tra i protagonisti assoluti dell’ultima parte di stagione. Medvedev non perde un match da tempo immemorabile. Ha fatto suoi i tornei di Parigi-Bercy e l’ultima edizione delle Atp Finals che si è giocata a Londra. Rublev che tra il 2018 e il 2019 aveva passato un periodo di crisi fisica e psicologica non di poco conto ha fatto suoi gli Atp 500 di Amburgo, San Pietroburgo e Vienna riuscendo a qualificarsi per il Masters.
Tornando dopo questa digressione all’Australian Open, devo ricordare che è bastata un’ora e trenta minuti a Medvedev per chiudere la pratica contro McDonald, un’ora e un quarto a Rublev per approdare ai quarti dopo che Ruud si è dovuto ritirare per problemi muscolari. Daniil ha dominato il match mai messo in discussione giocando una partita convincente e brillante. Solo sul 5-2 del primo set ha avuto un momento di esitazione quando ha ceduto il servizio.
Rublev sul 6-2 3-1 ha subito una sequenza di quattro giochi consecutivi quando il norvegese è stato bravo a cambiare tatticamente la partita. Ha incominciato ad alzare le traiettorie e a giocare degli slice senza peso contro i quali il moscovita, abituato a tirare palle velocissime da fondo con pochissime variazioni, ha avuto molte difficoltà a trovare contromisure adeguate.
I problemi agli addominali con i quali Casper ha iniziato il match si sono fatti sentire sempre più intensamente alla fine del secondo set. Perso il tie-break ha pensato di ritirarsi per non aggravare la condizione fisica e compromettere così la prima parte della stagione.
Qualcuno di noi sperava in un quarto di finale tra Berrettini e Fognini? Era necessario solo che Fabio sconfiggesse Nadal come era già successo al terzo turno degli U.S. Open del 2015 e che Matteo battesse Tsitsipas con il quale aveva giocato al primo turno dell’Australian Open nel 2019. Dopo avergli messo paura con il suo gioco potente e con molti ace, Stefanos che qualche giorno dopo batté un colpo che scosse il mondo del tennis sconfiggendo in una partita meravigliosa Federer per fermarsi solo in semifinale in modo netto contro Nadal, fece valere la sua maggiore esperienza e la capacità di giocare meglio i punti che fanno la differenza.
Il romano si è dovuto fermare per una lesione agli addominali che lo costringerà ad un periodo di riposo. Non posso non notare che il numero degli infortuni negli ultimi due – tre anni si è allungato in modo preoccupante.
L’anno appena passato e il periodo di preparazione per la nuova stagione sono stati così atipici che non ci possono permettere oggi di dare alcun tipo di giudizio. Bisogna aspettare che i tempi del tennis si normalizzino, tuttavia qualche preoccupazione per un fisico che necessita di fermarsi troppe volte per trovare la forma migliore non posso non averla.
Troppo poco per Fognini un ottimo secondo set conto Nadal nel quale sul 4-2 ha avuto concretamente la possibilità di allungare.
Il maiorchino nel corso del match è stato troppo continuo nella spinta e aggressivo nei colpi di inizio per consentire a Fabio di giocare con continuità le variazioni di ritmo che sono la migliore arma che ha il tennista ligure per destabilizzare il gioco asfissiante dell’iberico.
Fabio comunque, dopo un anno sfortunatissimo nel quale è stato operato alle caviglie e non ha potuto chiudere la stagione perché è risultato positivo al Covid-19, sembra stia ritrovando la forma migliore per il periodo per lui più importante, quello primaverile nel quale si giocheranno i tornei sul rosso con la speranza di poter bissare il successo di Montecarlo o di vincere un altro torneo prestigioso che allunghi il palmarès di una carriera non certo avara di soddisfazioni.
Come nell’incontro dei quarti di finale di qualche mese fa giocato a Flushing Meadows Medvedev contro Rublev, suo amico e compagno di allenamento da oltre dieci anni, è apparso di un livello superiore e capace di controllare il match, giocato sotto un caldo asfissiante, a suo piacimento. A New York il primo e il terzo set finirono al tie-break, mentre questa volta per Daniil non c’è stato bisogno di spingersi al gioco decisivo. Chirurgico il break ottenuto a zero nel dodicesimo game del primo set. Nel settimo game del secondo Andrej ha avuto tre opportunità per portarsi 4-3 e servizio. Persa l’occasione Medvedev ha incominciato a giocare un tennis incontenibile, potente e preciso da fondo grazie al quale ha fatto suoi quasi tutti gli scambi lunghi. Rublev, che ha preso troppi rischi quando colpiva con il diritto anomalo, deve trovare variazioni al suo gioco ancora troppo monocorde se aspira a vincere tornei Slam.
Era successo solo una volta che Nadal finisse per perdere un incontro in un torneo Slam dopo che era in vantaggio per due set a zero. A batterlo fu Fognini a Flushing Meadows nel 2015. La vittoria di Tsitsipas nell’ultima partita dei quarti è da considerare, già solo per questo motivo, un’impresa.
Primi due set impeccabili del maiorchino che è sembrato controllare abbastanza agevolmente anche il terzo set fino al tie-break. Alcuni errori che non appartengono al suo repertorio, come uno smash clamorosamente sbagliato, hanno rimesso in gioco il greco che con il passare dei game è migliorato molto in intensità e lunghezza della palla fino ad acquisire la fiducia necessaria per vincere un match che ha dell’incredibile.
La svolta nel quarto set quando Stefanos riusciva a tenere lo scambio di Rafa, sia col rovescio sempre molto aggressivo ma anche col diritto, soprattutto con la soluzione lungolinea. Il break al nono gioco ha portato la contesa al quinto. Set in equilibrio fino al 5-5 quando quattro errori di Rafa gli sono costati il break. Il dodicesimo gioco è stato palpitante. Proprio ad un passo dal precipizio Rafa ha fatto vedere cosa significa essere un campionissimo anche se le forze venivano a mancargli. Il greco si è aggiudicato l’incontro alla terza occasione, dopo che Rafa ha avuto la possibilità di prolungare il match al super tie-break. Stefanos ha concluso la partita con un bellissimo lungolinea di rovescio, il colpo che maggiormente gli era mancato nei primi due set.
Chiudo con una previsione, non so fino a che punto azzardata. Personalmente credo che per Daniil Medvedev, che non perde un match dal 30 ottobre 2020, quarti di finale a Vienna contro Anderson, sia arrivato il momento di vincere uno Slam.Ha una varietà di colpi, spesso poco ortodossi ma quasi sempre efficaci, per mettere in difficoltà sia Tsitsipas con il quale ha perso solo un match dei sei disputati che Djokovic, che prevedibilmente arriverà in finale, se sarà capace di non innervosirsi nei momenti fondamentali dei match.
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