Dopo un anno interlocutorio il campione serbo è ritornato a far sentire la sua presenza. Ha vinto per la decima volta il titolo australiano e ha raggiunto Nadal come numero di Slam complessivi.
Battendo Stefanos Tsitsipas in tre set all’Australian Open Novak Djokovic è tornato, sarebbe forse meglio dire che non è mai andato via. 22° Slam, 10° titolo all’Australian Open e di nuovo n°1 in classifica mondiale. Voglio anche ricordare che il suo vantaggio su Alcaraz, oggi di 340 punti, sarebbe di molto superiore se fossero stati conteggiati quelli del successo di Wimbledon.
Per quanto tempo rimarrà in vetta al Ranking non lo possiamo sapere perché attendiamo il ritorno dello spagnolo e dovremo anche vedere se Novak avrà la possibilità di partecipare ai Masters 1000 di Indian Wells e Miami. A oggi i non vaccinati che non risiedono negli Stati Uniti non possono entrare nel Paese.
Il 2022 è stato un anno interlocutorio e con tante polemiche legate all’Australian Open dalle quali nessuno ne è uscito bene: il giocatore in primis, ma anche il suo team, il governo australiano, la Federazione di quel Paese, ma anche i suoi genitori che hanno perso l’occasione per tacere.
E’ inutile tornare su ciò che è stato, molto più interessante è provare a proiettarsi nel futuro prossimo. Mentre guardavo l’incontro di finale dell’Australian Open, torneo nel quale Novak ha perso solo un set al secondo turno e complessivamente 50 game prima della finale, mi è venuto normale chiedermi quando gli avversari riusciranno a giocare alla pari con lui, in particolare nei tornei dello Slam. Ovviamente escludo da questo gioco Nadal al Roland Garros il quale con i suoi 14 titoli ne è il re indiscusso.
Rafa in questo momento non è in buone condizioni fisiche. Speriamo di poterlo rivedere al meglio nei tornei sul rosso e in particolare al Roland Garros. Sarebbe bello che si confrontassero in una epica finale. Il vincitore supererebbe l’altro nei titoli Slam, considerato che anche il maiorchino è a quota 22.
Torno al discorso incominciato qualche riga sopra. Quando gli avversari riusciranno a superare il serbo sul cemento senza se e senza ma? Difficile dirlo perché il player che si è visto in queste due settimane, pur con un problema alla gamba sinistra, è sembrato inavvicinabile. Nel 2017 non conquistò titoli Slam. Tornò a vincere sorprendendo un po’ tutti a Wimbledon 2018. Da allora possiamo dire che lo ha fermato solo la pandemia. Ha vinto altri nove titoli Major.
Nole è un giocatore completo e non solo dal punto di vista tecnico. La distanza abissale che c’è tra lui e i suoi avversari riguarda l’aspetto mentale, la preparazione alla partita e la questione tattica. Ovviamente il tempo passa anche per lui e quindi l’usura non lo fa stare sempre in ottime condizioni, ma ha imparato a gestire anche questo aspetto.
Per un giovane che oggi ha vent’anni o poco più è difficile riuscire a eliminare questo gap che sembra addirittura aumentare. In Australia prima che il torneo iniziasse si parlava di lui come del grande favorito e a oggi lo stesso discorso lo si fa per Wimbledon. La generazione nata nella seconda metà degli anni 90 sembra solo in grado di fare sporadiche sorprese e quella che ha avuto i natali nel nuovo millennio, a parte Alcaraz, è ancora troppo inesperta per porsi come vero pericolo in uno Slam.
Ovviamente la supremazia di Nole è destinata a terminare anche se non ne conosciamo ancora la data. Non vedo all’orizzonte uno o due campionissimi, nemmeno Alcaraz, in grado di fare quello che è riuscito ai tre big. Piuttosto credo che ci potrebbero essere almeno quattro – cinque giocatori in grado di vincere quando troveranno le loro due settimane della vita.
Intanto Nole non sembra voler lasciare nulla di intentato per continuare il suo dominio, perché a oggi di questo si tratta, nel tennis.