Il maiorchino vincitore del 2° Major dell’anno cercherà di concludere la grande impresa mai raggiunta e che non è riuscita a Djokovic.
Eravamo sul finire del secondo set della finale del Roland Garros – ormai Nadal aveva già preso in pieno il comando della partita – quando mi è venuto in mente, non lo avevo fatto in questi giorni, che Rafa a 37 anni potrebbe fare un’impresa alla quale non si era mai avvicinato in tutta la sua carriera: vincere il Grande Slam.
Sembra impossibile solo immaginarlo visto la condizione del piede che necessita di infiltrazioni pesanti per permettergli di giocare.
Nonostante i suoi 14 successi al Roland Garros solo quest’anno ha fatto la doppietta: Australian Open e Parigi. Tredici anni fa dopo aver battuto Federer al quinto set nella caldissima estate di Melbourne fu clamorosamente sconfitto dallo svedese Soderling negli ottavi di finale a Parigi.
Il primo Major dell’anno non ha mai portato particolare fortuna al maiorchino che vi ha giocato anche le finali del 2012, 2014, 2017 e 2019 avvicinandosi al successo solo nella straordinaria partita del 2012 contro Federer quando perse 7-5 al quinto set dopo quasi sei ore di battaglia.
Quest’anno, nonostante l’età che avanza e con i dolori che fanno soffrire, per la prima volta in carriera ha una opportunità unica. Il maiorchino ha lasciato dubbi sulla possibile partecipazione al torneo di Wimbledon ma conoscendolo siamo certi che proverà tutte le strade possibili legate alla terapia del dolore per presentarsi sui campi di Church Road in buone condizioni. Anche se non vince su quei campi dal 2010 – dopo c’è stata solo la finale contro Nole persa l’anno successivo – vi andrà come l’uomo da battere.
Sono certo che non lascerà niente d’intentato anche se l’impresa è ai limiti dello straordinario perché pur mancando Federer sarà presente Djokovic che sull’erba si esprime meglio e poi alcuni player come Kyrgios, Shapovalov, Hurkacz, Cilic, Berrettini – del quale bisognerà tuttavia capire le condizioni – che proprio sui manti verdi aumentano esponenzialmente la possibilità di giocare al massimo livello.
L’anno scorso di questi tempi c’era Djokovic nella medesima situazione, che comunque era in ottime condizioni fisiche, mentre davamo Nadal in crisi profonda e vicinissimo alla fine della carriera. Dopo la semifinale persa a Parigi contro Nole provò solo a Washington ma rendendosi conto che non era in grado di giocare, si prese un lungo periodo di riposo nel quale erano trapelate anche voci sul suo ritiro.
E’ tornato in Australia rimontando contro Medvedev una finale quasi persa, a Indian Wells ha battuto Alcaraz ma nulla ha potuto fare con alcune costole incrinate nella finale contro Fritz. Ha ripreso con molta circospezione a Madrid e a Roma con l’unico obiettivo di giocare al massimo al Roland Garros. Ancora una volta ha sconfitto tutto e tutti, potrebbe chiudere la carriera come domenica qualcuno ha ipotizzato ma Rafa ha risposto che lui ci proverà ancora, fino a quando le condizioni fisiche glie lo permetteranno.
Capirà quale sarà il momento di dire addio ma adesso c’è Wimbledon che l’attende. Il sogno del grande Slam per la prima volta in carriera dal 2005 non è mai stato così vicino. E’ giusto che ci provi. Non solo nadaliano, ma che la buena suerte sia con lui.