Il giocatore serbo sembra inarrestabile, dopo aver vinto il 23° Major cerca anche quest’anno di completare il Grande Slam.
L’11 giugno 2023 è una data importante per il tennis mondiale. Novak Djokovic, il ragazzino che da bambino sognava già di vincere i tornei più prestigiosi dello sport dal quale era stato stregato vedendo Wimbledon in televisione, ha raggiunto il record di 23 titoli Slam vinti dopo una rincorsa che fino a qualche anno fa lo vedeva indietro rispetto a Federer e a Nadal.
Nole ha sempre creduto di raggiungerli e poi di superarli in una corsa a perdifiato nella quale è stato severo prima con se stesso e poi con gli altri. Non ammette errori ma solo disciplina e serietà. Regole rigide che lui ha sempre seguito, si è imposto, con pochissime deroghe che lo hanno fatto diventare un modello inimitabile e che con gli anni tende a seguire il perfezionismo.
Per battere tutti, con il tempo che avanza e con le nuove generazioni che scalpitano, i sacrifici sono aumentati ma lui ha nella testa la voglia di essere il numero 1, la volontà di competere solo per vincere.
Ha studiato il suo corpo, sa quando può accelerare e quando deve fermarsi, in partita e negli allenamenti. Conosce lo sforzo che deve fare per sconfiggere ogni avversario, alza l’asticella solo quando è necessario, come gli è successo al Roland Garros quando ha battuto Ruud.
Lo ha fatto scappare avanti e verso la fine del primo set le sue palle hanno incominciato a correre, il corpo a muoversi in modo fluido, le gambe a cercare la palla con maggiore precisione. Lo ha superato nel tie-break nel quale per alcuni momenti ha saputo dare il meglio di sé e poi ha gestito la partita, l’ha controllata fiaccando le resistenze di un avversario che ha oltre 11 anni di meno.
In semifinale contro Alcaraz è partito subito fortissimo ben sapendo che non poteva concedere nessun vantaggio, ha prodotto il massimo sforzo nei primi due set ma onestamente non sappiamo come sarebbe finita se non fosse successo l’imponderabile. A perdere la condizione è stato il ventenne a dimostrazione che Nole sa gestire perfettamente la tensione, l’alimentazione e i fattori extratennistici che possono condizionare una partita di tennis.
La data dell’11 giugno 2023 è importante ma non credo definitiva. A Wimbledon, grazie all’apporto fondamentale di Ivanisevic, è il favorito e non vedo chi possa veramente metterlo in difficoltà. Poi ci sarebbe Flushing Meadows e vincendo potrebbe arrivare a quota 25 negli Slam ma soprattutto potrebbe fare suo il Grande Slam che nell’era Open è stato solo di Laver nel 1969.
Due anni fa nel primo assalto fu fermato da Medvedev ma soprattutto da se stesso perché non riuscì a giocare come sapeva, per una volta fu lui ad essere bloccato dalla tensione e dall’emozione. Quella sera di settembre tutti gli elementi che hanno sempre caratterizzato la sua forza gli si torsero contro a dimostrazione che anche i grandissimi possono gestire male i momenti che fanno la storia.
Se dovesse riavvicinarsi al grande sogno anche quest’anno sono tuttavia convinto che riuscirà a dare il meglio di sé, non cascherà più nel tranello perché ci è già passato. Se poi non basterà non dipenderà solo da lui, non dimentichiamolo mai.