Domani incomincia la centoquarantesima edizione di Flushing Meadows. Assenti Nadal e Federer, Djokovic il favorito d’obbligo.
Incomincia domani la 140a edizione degli U. S. Open, il secondo Slam di stagione che sarebbe dovuto essere, come da copione, il quarto dell’anno. Molti addetti ai lavori vedevano il 2020 come l’inizio di una nuova era, quella dei giovani leoni capaci finalmente di ruggire. Vedremo se ad approfittare di questa lunga pausa sarà la nuova generazione o i giocatori con più anni di tennis sulle spalle. Della questione si è dibattuto molto con ipotesi interessanti ma che hanno bisogno della verifica sul campo per essere comprovate. Dico solo che a oggi ci manca l’esperienza per dare una risposta univoca. Credo che ci potranno essere delle sorprese – troppe le variabili che dovremmo considerare – perché farà meglio chi ha saputo gestire in modo intelligente questa opportunità irripetibile.
Cosa dobbiamo aspettarci da questo torneo che l’Usta, l’Atp e gli organizzatori dello Slam newyorkese hanno voluto giocare a tutti i costi nonostante nell’ultimo mese la pandemia abbia ripreso a dare segni tangibili della propria presenza negli Usa come in ogni altra parte del mondo?
Di certo c’è la defezione di Nadal, vincitore nel 2019 e l’assenza di Federer che dovrebbe tornare nel 2021. Fognini, dopo l’operazione ad entrambe le caviglie, preferisce riprendere l’attività al Foro Italico e al Roland Garros, i tornei che maggiormente ama e nei quali spera, prima di chiudere la carriera, di fare un colpo che lasci il segno: già la semifinale a Roma, traguardo mai raggiunto, sarebbe una piccola impresa.
Dopo i 500 di Acapulco e Rotterdam giocati nell’ultima settimana di febbraio è toccato al torneo di Cincinnati, disputato su alcuni campi dell’impianto di Flushing Meadows, provare a ricominciare. Lo si è fatto in completa sicurezza sanitaria, assenza di pubblico e con i giudici di linea sostituiti in quasi tutte le partite dal sistema elettronico Hawk-Eye Live. Era l’unico modo per provare a rimettere il tennis in cammino e solo la buona volontà degli addetti ai lavori, come hanno riconosciuto Djokovic e Raonic durante la premiazione, ha permesso ai player di giocare tranquilli nonostante il periodo sia molto difficile per chiunque.
Ha vinto Djokovic, trentacinquesimo Masters eguagliando Nadal, che ha alzato il suo livello di gioco solo quando ce n’è stato veramente bisogno. Pensare a lui come il favorito d’obbligo per il successo a Flushing Meadows è fin troppo facile. Quest’anno, pur in una stagione dove si è giocato pochissimo, non ha ancora perso un match. Difficile immaginare che proprio negli Slam dove punta a superare Federer e Nadal, non elevi al massimo il suo rendimento standard che in condizioni normali è già fuori dalla portata di tutti i suoi avversari.
Difficilmente gli peserà l’onere di essere il gran favorito, lui nella battaglia si esalta e riesce ad esprimere il meglio di sé.
Pochi, a mio parere, i player che lo potranno impensierire.
Thiem, testa di serie n°2, che in Australia lo ha tenuto sulla corda fino all’ultimo potrebbe essere l’ipotetico e più temibile avversario in finale. Ovviamente dovrà essere la bella copia di quello visto qualche giorno fa quando contro Krajinovic ha stupito tutti, sé stesso e il suo coach Massù in primis, per quanto ha giocato male.
L’austriaco da sorteggio dovrebbe incontrare nei quarti la n°8 Bautista Agut, visto in gran forma e pericolosissimo nei giorni precedenti. Scorrendo questa parte bassa di tabellone penso che Evans, Raonic o Pospisil ma anche il soldato Sandgren possano rivelarsi delle possibili sorprese. Tra i giovanissimi troviamo Kecmanovic, de Minaur, Sinner, Auger-Aliassime, Moutet e Seyboth Wild. Vediamo se uno di loro riuscirà a mettersi in luce.
L’anno scorso, dopo un’estate straordinaria, a contendere il titolo a Nadal fino all’ultimo scambio fu Medvedev. Quest’anno il russo, testa di serie n°3 appare un po’ svogliato e non con la stessa cattiveria agonistica.
In Australia, dove non erano pochi quelli che si aspettavano la sua vittoria, ha fatto male. Nella settimana appena conclusa lo considero non giudicabile.
Potrebbe incontrare al quarto turno Dimitrov che l’anno scorso, dopo aver sconfitto per la prima volta in carriera Federer ai quarti si arrese proprio in semifinale al moscovita, o Fucsovics, ma soprattutto per arrivare al penultimo atto dovrà vedersela con Rublev o la numero 6 Berrettini che sono tuttavia, a mio parere, delle incognite.
Rublev che aveva bagnato il 2020 con due successi 250 – vittorie a Doha e ad Adelaide – nelle poche altre partite giocate in stagione non ha saputo ripetersi.
Matteo che lo scorso anno scosse il mondo del tennis con la semifinale in questo torneo dove fu capace di giocare una partita per alcuni tratti alla pari con Nadal, nella settimana appena trascorsa è apparso in ritardo di preparazione. Speriamo che giocando possa ritrovare servizio e diritto che sono i suoi marchi di fabbrica.
In questo tratto di strada sono da tenere d’occhio i giovanissimi Ruusuvuori e Humbert, talento e volontà di mettersi in mostra a non finire, anche se, in particolare per il finnico, l’esperienza è ancora poca. In questa parte di tabellone è presente anche Ruud. Penso che il norvegese proverà a giocare meglio le sue carte al Roland Garros dove ha maggiori possibilità di fare bene, essendo uno dei pochi specialisti rimasti.
Detto delle possibili sorprese, stando al seeding, la semifinale della parte bassa del tabellone dovrebbe essere Thiem–Medvedev.
Parliamo ora della parte alta del tabellone, quella presieduta da Nole. Il primo ostacolo potrebbe essere al terzo turno Struff, player in costante crescita, ma troppo poco per essere una minaccia vera.
Agli ottavi dovrebbe incontrare Isner ma la capacità in risposta di Nole, la sua specialità che lo rende impermeabile e spesso inavvicinabile, dovrebbe garantirgli un tranquillo passaggio del turno. Per essere veramente pericoloso lo statunitense dovrebbe servire con percentuali altissime e sperare di trovare il passo giusto nei possibili tie-break che forse si giocheranno.
Nei quarti l’avversario potrebbe essere non tanto Goffin, numero 7, ma il suo compagno di squadra Krajinovic, giocatore in costante miglioramento o Shapovalov dal quale si attendono meraviglie ogni volta che scende in campo, ma che finora ad essere sinceri, ha deluso moltissimo visto il talento indiscusso che Madre Natura gli ha donato.
La sua semifinale mi sembra, tuttavia, quasi scontata, probabilmente contro la n°4 Tsitsipas in uno degli incontri più attesi.
Il greco sembra pronto a fare il gran balzo, ma finora negli Slam ha quasi sempre fallito, anche clamorosamente. L’unico successo di rilievo l’ottenne l’anno scorso negli ottavi di finale contro Federer all’Australian Open.
Sascha Zverev, accreditato della quinta testa di serie, dovrebbe essere l’avversario di Tsitsipas ai quarti di finale.Se si fosse giocato qualche tempo fa il tedesco sarebbe stato il grande favorito. Oggi le gerarchie sono sicuramente cambiate perché il giocatore di Amburgo, nonostante la semifinale raggiunta quest’anno all’Australian Open deve ritrovarsi. Speriamo che Ferrer lo possa aiutare riuscendo a cambiargli il modo di stare in campo dove oggi, viste le potenzialità, è ancora troppo remissivo.
Garin, Coric e Davidovich Fokina potrebbero fare da guastafeste in questo tratto di strada.
Sicuramente non vedremo la finale dello scorso anno, ma potrebbe ripetersi quella dell’Australian Open 2020.
Anche se Nole rimane il favorito d’obbligo non ci costa nulla pensare ad un nuovo vincitore Slam, il centocinquantesimo dal 1874, anno della prima edizione dei Championships.
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