Gli Internazionali d’Italia hanno riproposto la finale tra Nadal e Djokovic, ma i giovani e alcuni giovanissimi stanno diventando sempre più protagonisti.
Il Masters 1000 del Foro Italico è stato finora l’appuntamento più importante che si è giocato in stagione dopo ovviamente l’Australian Open. Si sono rivisti in finale Nadal e Djokovic. Ma non avevamo detto che ormai il tennis è in mano ai next-gen o quasi, ai ragazzi nati a cavallo tra i due secoli? “Siamo io, Rafa e Roger i next gen” ha scherzato Nole in questi giorni. Come dire che quando i tornei gli interessano per davvero loro non si tirano indietro, sono sempre i giocatori da battere.
Eppure in questi pochi mesi avevamo visto un altro film: a Miami aveva vinto Hurkacz su Sinner, a Montecarlo la finale aveva visto il successo di Tsitsipas contro Rublev e a Madrid Zverev si era affermato su Berrettini. Quindi? Pensavamo che l’egemonia di Nole e Rafa fosse finita e invece loro sono rispuntati come “belve ferite” che non hanno la minima intenzione di abbandonare la preda.
Nei tornei che considerano importanti la loro concentrazione si alza e non lasciano perdere nemmeno quando si trovano per due volte ad un punto dal match point contro come è successo a Nadal con Shapovalov o quando si trovano più volte ad un passo dallo scivolare nel burrone come è successo a Djokovic con Tsitsipas. E’ stato proprio in quei momenti che hanno recuperato il meglio di sé, la capacità di stupire ancora.
Allora c‘eravamo sbagliati un’altra volta! Chi vuole vedere le nuove generazioni affermarsi definitivamente fino a quando deve ancora aspettare? Più di qualcosa sta cambiando, basta vedere l’Atp Race, vale a dire la classifica che tiene conto del rendimento dei giocatori in questi primi mesi, pur con tutti i limiti del caso perché si devono giocare ancora tre Slam, diversi Masters 1000 e molti 500, per renderci conto che è molto probabile che a fine anno avremo una gerarchia abbastanza diversa da quella del 2020.
Oggi troviamo Djokovic in 2a posizione, Nadal in 6a anche perché su loro pesa il fatto che hanno giocato poco. La classifica mostra moltissimi giovani e giovanissimi come Tsitsipas, Rublev, Zverev, Medvedev, l’astro nascente Karatsev, Hurkacz, Berrettini, Sinner, Ruud ai primi posti, dimostrando che le nuove generazioni stanno prendendo definitivamente la scena. Inoltre ci sono tanti giocatori che incalzano e che finiranno per destabilizzare definitivamente la classifica che eravamo abituati a vedere.
Quello che desta la mia impressione è che sta scomparendo la generazione dei giocatori intorno ai 30 anni. Pochissime le eccezioni. Bautista e Carreño, Evans che ha giocato bene sulla terra stupendo tutti. Credo che Goffin, Dimitrov, Raonic, Wawrinka, Isner, Cilic, Mannarino, per non parlare di Paire, Tsonga, Gasquet stiano gradualmente scomparendo dai radar tennistici e difficilmente potranno tornare a vincere tornei anche solo 250. In questa categoria ad arrivare fino in fondo sono ormai quasi sempre ragazzi con ancora poca esperienza ma tanta voglia di emergere.
Cosa vedremo da qui ai prossimi mesi?
Nadal ha dimostrato a Roma che è ancora il favorito per quest’anno al Roland Garros anche se la strada per arrivare in finale avrà probabilmente qualche ostacolo difficile da superare, a Wimbledon mi sembra perlomeno azzardato credere che Federer possa giungere almeno in finale – se lo facesse sarebbe un risultato miracoloso vista la lunghissima inattività –, Djokovic è ancora molto competitivo su tutte le superfici ma lo scenario che si sta aprendo ai nostri occhi rappresenta una rivoluzione copernicana della quale possiamo solo prenderne atto.
Il movimento è già attivo da almeno un anno e la pandemia l’ha sicuramente rallentato. Non credo comunque che avremo più assoluti monarchi del tennis come è successo negli ultimi 15 anni.
Già inserito il 18 maggio 2021 su Facebook