Il Covid-19 ha sorpreso tutti, anche il mondo del tennis ne ha risentito pesantemente. Dopo tanti rinvii e notizie smentite, questa settimana iniziano le prove generali in campo maschile in attesa dei grandi eventi che culmineranno con gli Slam di Flushing Meadows, del Roland Garros e l’edizione del Masters che si giocherà per l’ultimo anno a Londra prima che venga trasferito a Torino.
Non credo che il 17 agosto 2020 sarà ricordata come una data storica per il nostro sport perché col tempo ce la dimenticheremo. Oggi incomincia il primo turno del tabellone maschile dei primi due tornei Challenger che si svolgono a Todi e a Praga.
In altri tempi tornei del genere non avrebbero che ottenuto poche righe di cronaca o forse neanche quelle, ma questa volta non tocca certo a me spiegare il motivo perché l’attesa è tanta anche se per il vero tennis – se così si può definirlo – bisognerà aspettare la prossima settimana quando a New York si giocherà il 1000 di Cincinnati dove dovrebbero essere presenti quasi tutti i migliori.
Scontata l’assenza di Federer che ha approfittato di questo periodo buio per farsi operare e così sperare di essere un protagonista da fase finale per la prossima stagione almeno a Wimbledon e alle Olimpiadi di Tokyo – non poco per un quarantenne – e quella di Nadal che già da mesi aveva fatto capire attraverso alcune sue dichiarazioni che la presenza negli Stati Uniti sarebbe stata almeno improbabile, i più accreditati al cambio generazionale atteso ormai da troppo dovrebbero essere della partita.
Il condizionale è d’obbligo perché i player saranno sottoposti a ripetuti controlli da Covid-19 che dovranno superare se vorranno concludere questa stagione anomala.
Anch’io dopo mesi trascorsi a fare altro, anche se non mi sono fatto mancare la lettura di qualche libro interessante uscito in questo periodo giusto per non perdere l’abitudine, negli ultimi giorni – mentirei se non dicessi che lo sto facendo un po’ stancamente – ho ripreso in mano un po’ di materiale e alcuni miei scritti per provare a ricordare dove eravamo rimasti.
Ho riletto le classifiche dei primi duecento giocatori, ho voluto esagerare, ferme al mese di marzo, sono andato a rivedere filmati e score di alcuni tornei che si sono disputati quando ancora pensavamo che la stagione appena iniziata sarebbe stata ancora più bella delle ultime con i giovani pronti a fare a gomitate per un bel posto al sole. Ho associato foto a nomi di giocatori che pensavo di aver quasi dimenticato attraverso un gioco che non mi era mai capitato nei tanti anni che seguo il tennis, fino a capire che, al netto di paure e ansie che hanno coinvolto tutti, faremo finta di essere quelli di prima, quando invece tutto è cambiato, dentro e intorno a noi.
Gli spalti vuoti o semideserti, le mascherine degli spettatori, le regole sanitarie alle quali i tennisti dovranno attenersi durante il gioco ci ricorderanno invece che nulla è più come prima, nell’attesa che la Grande Paura e i morti quotidiani ci diano non solo una tregua ma si allontanino una volta per sempre.