E’ appena iniziata una stagione particolarmente interessante che quasi sicuramente farà da spartiacque dandoci delle indicazioni importanti che potrebbero andare oltre il 2023.
Federer ha dato l’addio alle competizioni nel doppio giocato insieme a Nadal nella Laver Cup, anche se non gioca una partita ufficiale dal 7 luglio 2021 quando perse da Hurkacz nei quarti di finale di Wimbledon. Murray sta provando a risalire la corrente ma anche se nel 2022 ha giocato qualche buon match e l’impegno è massimo, non credo che possa tornare competitivo ad alti livelli come lui sperava.
Gli altri due over 35 che hanno dominato il tennis negli ultimi quindici anni si trovano ancora tra le primissime posizioni ma anche se Nadal attualmente è n°2 e Djokovic n°5 ci sono delle differenze abbastanza importanti legate alla tenuta fisica. Il maiorchino che aveva iniziato la stagione scorsa strabiliando tutti – per la prima volta ha vinto i primi due Slam dell’anno – ha chiuso il 2022 in calando complici alcuni problemi di salute che non gli permettono di allenarsi e giocare con regolarità. Il serbo, che come sappiamo per i problemi legati alla vaccinazione Covid, ha giocato poco durante la scorsa stagione – mai in Australia e negli Stati Uniti – ha finito l’anno in crescendo dimostrando una voglia di vincere e una condizione atletica invidiabili che a 35 anni lo pongono ancora tra i protagonisti assoluti.
Nole prima ancora di riprendersi la prima posizione mondiale – che già sarebbe sua se fosse contata la vittoria a Wimbledon e avesse potuto giocare qualche altro torneo – è soprattutto interessato a vincere i Major. Nella pugna di due settimane 3 su 5 sembra ancora di un gradino superiore. Quest’anno giocherà in Australia e anche se non presiederà né la zona alta né quella bassa del tabellone mi sento di dire che è ancora il tennista da battere nello stadio che lo ha visto vincere nove volte.
Come ho detto l’annata è interessante perché dovremmo capire se i giocatori nati nel nuovo millennio, in primis Alcaraz ma anche ovviamente Auger, Rune, Sinner e Musetti sul rosso, saranno in grado di staccare quei giocatori nati nella seconda metà degli anni ’90 che nonostante qualche buon risultato non sono riusciti a emergere come ci si aspettava. Parlo di Tsitsipas, Medvedev, Rublev e Zverev che sono stabilmente nella top ten ma rimangono nel limbo.
In particolare il greco non sembra ancora capace di compiere quel salto tecnico e mentale nei tornei Slam, Medvedev sembra impantanato da un gioco che non è riuscito ad arricchire con nuove soluzioni, Rublev rimane un ottimo giocatore di pressione ma con dei limiti ben precisi, Zverev, oggi fuori di poco dalla top ten perché non gioca dalla semifinale del Roland Garros, rientrerà sicuramente tra i migliori ma ancora non abbiamo certezze sulla sua tenuta fisica e mentale che gli dovrebbero permettere di vincere tornei dello Slam.
Discorso a parte, tra i player degli anni ’90, merita Ruud che si è accomodato a tavola solo nel 2022 dimostrando qualità che se migliorate ancora potrebbero fare di lui un vincitore Slammer. Anche Fritz, in tono minore, è in sicura ascesa.
Tra i giovanissimi è scontato dire che Alcaraz è nettamente avanti a tutti. Ad Auger, Rune, Sinner tocca inseguirlo stando attenti che la distanza non diventi un abisso. Per il canadese e l’altoatesino, ormai da anni nel Circuito, si sono visti miglioramenti nel gioco ma non sembrano ancora in grado di vincere uno Slam, ad oggi per loro mi sembra un’operazione ancora troppo difficile. Credo che accadrà per entrambi ma se lo facessero quest’anno sarebbe un’impresa. Lo stesso discorso vale per Rune che non manca certo di personalità ma è troppo poca l’esperienza.
Speriamo che si confermi Kyrgios, che torni a livello competitivo Thiem, che Shapovalov non continui a restare impantanato nelle sabbie mobili e che Berrettini possa tornare a giocare con continuità. A Wimbledon, considerate le sue caratteristiche tecniche, rimane uno dei possibili favoriti.
Come sempre ci saranno giocatori che si metteranno particolarmente in luce, che scaleranno la classifica, anche tra quelli che non ho nominato e ovviamente non mancherà chi deluderà nonostante le aspettative o magari uscirà quasi definitivamente di scena.
In fondo il tennis è uno sport, settimana dopo settimana, sempre in movimento – è questa la sua bellezza –, la caratteristica principale che ci permette di guardarlo sempre con occhi nuovi e diversi finendo per farci emozionare come quando eravamo ragazzini.