Mancano all’appello dei quarti di finale solo Ruud (4) e Tsitsipas (5). Pronostici quindi allineati ai valori espressi dai giocatori. Le sorprese Eubanks e Safiullin non erano tuttavia veramente pronosticabili. Tentiamo quindi di spiegare brevemente quello che è successo.
Berrettini è arrivato alla seconda settimana. Dieci giorni fa era inimmaginabile. Lui che due anni fa arrivò in finale e l’anno scorso fu sconfitto dal Covid si è riproposto anche se con poca preparazione. Ha perso da Carlos Alcaraz, il numero 1 mondiale che ha incominciato a vincere anche sull’erba, al Queen’s dove è succeduto nell’albo d’oro proprio al romano. Il match degli ottavi è stato tra chi è in ripresa e chi ha un surplus che deve essere arginato per non essere devastante. Non è detto tuttavia che sull’erba sia un passaggio di consegne. Matteo è da rivedere al massimo delle forze ed allenato a dovere.
Un altro ventenne si è fatto largo. Non con la stessa prepotenza del murciano, ma ormai Holger Rune (6) è da considerare un player entrato a forza di risultati nell’elite del tennis mondiale. Ha lottato con Davidovich Fokina (31) e anche con un ritrovato Dimitrov (21) che nel 2014 arrivò fino alle semifinali dei Championships. Quello che stupisce del danese è la sua capacità a sapersi adattare alle situazioni di gioco, agli avversari, a tirare fuori da sé il meglio quando è necessario, la cattiveria sportiva che qualche volta purtroppo diventa arroganza.
Daniil Medvedev (3) ricorda spesso che il suo unico territorio di caccia è il cemento, outdoor e indoor, mentre la terra rossa ma anche l’erba non fanno per lui. Nei tornei in preparazione non ha fatto bene. Sull’erba ha solo la vittoria di Maiorca di due anni fa mentre l’anno scorso fece finale sia a s’-Hertogenbosch che ad Halle. A Wimbledon non ci potette mettere piede. Quest’anno come il suo compagno di squadra Rublev ha fatto finora il miglior risultato. Forse ci sta ricredendo anche perché il suo tennis si addice abbastanza bene all’erba.
La sorpresa in negativo è invece Tsitsipas (5) che dopo aver battuto Murray al secondo turno in un match palpitante giocato in due giorni, ha sconfitto Djere in quello successivo ma ha perso dallo statunitense Christopher Eubanks che sull’erba continua a stupire. Dopo la vittoria di Maiorca sta facendo molto bene anche a Wimbledon. Il lungagnone di Atlanta, che ha sconfitto al secondo turno il britannico Norrie, sembra adattarsi molto bene a questa superficie ma dal buon Stefanos ci aspettiamo molto di più con buona pace dei suoi genitori. Finora per lui, se si esclude la finale dell’Australian Open, è quasi un anno da cancellare.
Analizzata la parte alta del tabellone, diamo uno sguardo a quella bassa dove c’è un intruso. E’ il venticinquenne russo Roman Safiullin, da junior il più bravo di tutti insieme a Rublev e molto di più di Medvedev e Khachanov. Arrivati professionisti per il moscovita che vive sulla Costa Azzurra sono arrivati tanti successi, ma se la sono cavata molto bene anche gli altri due. Roman, diventato grande, è stato inghiottito dai terreni paludosi dei tornei minori e non ne è ancora uscito fuori completamente. Prima di Wimbledon era n°92 e all’inizio dell’anno ha raggiunto il best ranking in ottantaduesima posizione. Anche quest’anno nei tornei Atp i risultati sono stati poco convincenti, diverse le esclusioni fin dalle qualificazioni. Ha fatto bene a Madrid e a Roma dove è salito fino al terzo turno.
A Wimbledon ha avuto il merito di battere Bautista (20), semifinalista nel 2019 e Shapovalov (26) che al penultimo atto ci arrivò invece due anni fa. Peccato vedere un talento come Denis in caduta libera.
Jannik Sinner (8) ha approfittato della sconfitta di Fritz (9) contro Mikael Ymer. Taylor non sta ripetendo la prima parte di stagione dello scorso anno quando vinse a Indian Wells, Eastbourne e arrivò nei quarti di finale a Wimbledon perdendo da Nadal al quinto set. Jannik non sta convincendo completamente ma speriamo che abbia lasciato il suo tennis migliore per gli ultimi turni. L’anno scorso perse da Djokovic nei quarti di finale dopo aver vinto i primi due set, quest’anno potrebbe incontrarlo in semifinale.
C’era qualcuno che avrebbe scommesso sulla sconfitta di Novak Djokovic (2) prima di arrivare nei quarti? Ha vinto le ultime quattro edizioni ed è il favorito anche quest’anno. Hurkacz (17), il polacco che quest’anno ha giocato finora sottotono, ci ha provato con tutte le sue capacità che sull’erba, grazie al servizio e al gioco a rete di primo piano, non gli mancano di certo. Partita atipica perché è stata divisa in due giornate. Nole nel complesso ha giocato meglio quei punti che hanno fatto la differenza.
Quarto di finale anche per Andrej Rublev (7), per la prima volta a Wimbledon. Una rivincita per lui che l’anno scorso aveva sperato fino all’ultimo di rientrare nel tabellone. Ha il merito di aver battuto il kazako nato in Russia Bublik che lo aveva sconfitto in finale ad Halle. La partita degli ottavi è stata molto bella e lottata grazie al recupero di Alexander che ha fatto sul serio. Ha vinto il terzo e il quarto set con due tie-break e ha perso 6-4 al quinto.
Nella parte bassa manca Ruud (4) che non è interessato a Wimbledon. E’ giusto che sia testa di serie n°4 visto che non prepara lo Slam e crea un buco che è sempre una voragine? In una classifica di specializzazione sarebbe fuori dalla top 50.
Partite dei quarti di finale:
Alcaraz-Rune
Medvedev-Eubanks
Sinner-Safiullin
Rublev-Djokovic