Chi parteciperà alle prossime Atp Finals? La domanda, quasi un gioco che ha interessato pubblico televisivo e amici tennisti nei circoli italiani, è rimbalzata veloce, come un tormentone, di bocca in bocca. E così tutti gli appassionati si sono divertiti a fare la lista dei giocatori ben sapendo che è solo un gioco perché sono troppe le variabili che da qui a dodici mesi potranno intervenire per sparigliare le carte.
Ci provo anch’io e ve la propongo. Djokovic, Medvedev e Zverev sono ovviamente i primi tre, sarà quasi impossibile non vederli a Torino il prossimo anno. Il serbo ha già detto che giocherà meno perché vuole essere più vicino ai figli, ma il suo rendimento è così alto, in particolare negli Slam, che gli basta un numero limitato di tornei per rimanere tra i primissimi.
I due finalisti delle Atp Finals di quest’anno sono, insieme a Nole, di una spanna superiore agli avversari e hanno ormai raggiunto una continuità di risultati tale che li pone, con una certa sicurezza, davanti a tutti.
C’è poi Tsitsipas che ha voluto essere presente a tutti i costi, come un bambino capriccioso, alla prima edizione torinese. Ha giocato il match iniziale con Rublev ma si è visto fin da i primi scambi che non era in grado di competere. L’operazione al gomito lo costringerà ad un periodo di riabilitazione.
Lo rivedremo credo in primavera, magari già da Indian Wells e Miami, sicuramente sulla terra europea dove quest’anno ha giocato i migliori tornei della sua carriera. Anche se su di lui esiste l’incognita della condizione fisica, il suo livello di gioco è così alto che non dovrebbe impiegare molto tempo per accumulare i punti necessari.
L’incognita per Berrettini è sempre la condizione fisica. Per partecipare al Masters bisogna avere una certa continuità di risultati e giocare bene i tornei dello Slam. Quest’anno, nonostante alcuni periodi di sosta, ha fatto così bene nei Major che dopo Wimbledon era praticamente certo di essere a Torino. Speriamo che nel 2022 non abbia problemi fisici importanti. E’ il suo tallone d’Achille, bisogna tenerne conto. Matteo vale ampiamente i primi otto.
Se ci pensiamo bene otto posti sono veramente pochi, basta qualche passo falso o un periodo di sosta prolungato per rischiare di esser fuori. I cinque giocatori che ho nominato sono stati presenti, con diverse fortune, alle Atp Finals. Mancano tre posizioni. Quest’anno c’erano Rublev, Hurkacz e Ruud.
Il player più a rischio mi sembra il polacco, ma io vedo in difficoltà anche il russo che quest’anno non ha eccelso e ha fatto un finale di stagione non da Masters. A oggi mi sembra che abbia raggiunto i suoi limiti e gli avversari hanno trovato le contromisure. Deve migliorare il suo bagaglio tecnico.
Ruud è stato il giocatore che nessuno si aspettava di vedere alle Finals. Finora non ha ancora ottenuto risultati di rilievo nei tornei Slam. Non può più limitarsi a vincere i 250. E’ in sicura fase di crescita anche sul cemento ed è molto continuo nei risultati. La sua presenza a Torino il prossimo anno la vedo probabile.
Non credo proprio che gli otto di quest’anno saranno tutti presenti anche nel 2022. Mi tocca quindi fare qualche altro nome. Il primo che mi viene in mente è ovviamente quello di Sinner che in questa edizione, come prima riserva, ha già fatto vedere che non solo non sfigura tra gli otto Maestri, ma è anche in grado di vincere partite. Lo ha fatto con Hurkacz e ci stava riuscendo con Medvedev anche se l’incontro non aveva valore per la classifica finale. Difficile non immaginare che non sia tra gli otto.
Bisognerà fare molta attenzione anche ad Alcaraz che ha chiuso l’anno in modo straordinario. Ha fatto vedere che il suo gioco in una partita singola è già da top ten, bisognerà capire se a 18 anni avrà già una continuità di risultati per considerarlo tra i migliori. Nel torneo Next Gen ha dimostrato di essere avanti ai suoi coetanei di almeno due lunghezze.
Ovviamente non bisogna dimenticare che fin dai primi tornei del 2022 torneranno Nadal e Thiem. Mi rimane difficile pensare che mancheranno all’appello se solo riusciranno a giocare con una certa continuità.
In attesa dei gemelli diversi Shapovalov e Aliassime che ancora si trovano nel limbo, non è da escludere che qualcuno possa far sentire improvvisamente la sua voce come è successo quest’anno a Norrie e a Karatsev che nei primi tre mesi della stagione è sembrato l’astro nascente del firmamento tennistico mondiale.
Ho già fatto così tanti nomi che per farli giocare tutti dovranno ripristinare il Masters a 12 player come successe nei primi anni ’80. Siccome non succederà è meglio che mi fermi qui ed aspetti con pazienza la prossima stagione. Ne capiremo sicuramente di più.