Anche il carrarino incomincia, soprattutto sulla terra, a inanellare ottime prestazioni anche se sono diversi gli aspetti che deve migliorare.
La semifinale che sabato 22 maggio Musetti ha giocato contro Tsitsipas che incontrò anche il 19 marzo al penultimo atto dell’ATP 500 di Acapulco in una settimana in cui sconfisse tra gli altri Schwartzman e Dimitrov, è la conferma che l’Italiantennis è protagonista da mesi sulla scena del tour mondiale.
Quel torneo diede il via ad una serie di risultati di rilievo: la finale di Sinner al Masters 1000 di Miami, la vittoria di Sonego a Cagliari, la semifinale dell’altoatesino a Barcellona, il successo di Berrettini a Belgrado e la sua finale al Masters 1000 di Madrid, il penultimo atto di Sonego al Foro Italico, senza dimenticare i quarti di Fognini a Montecarlo. Il tennis italiano continua a stupirci con una concentrazione di risultati eccellenti – variando i protagonisti, le superfici e il livello dei tornei – che non abbiamo conosciuto nemmeno ai tempi di Panatta & Co.
Consideriamo Musetti che si è presentato al Torneo di Lione come alternate al posto di Sonego che si è ritirato dopo che al Foro Italico in pochissimi giorni e tantissime ore ha messo in fila Thiem e Rublev prima di arrendersi al terzo set contro uno scatenato Djokovic.
Lorenzo non ha vinto facilmente, ha alternato momenti nei quali il suo tennis girava a mille – i colpi gli uscivano dalle corde della racchetta a velocità supersonica sia di diritto che di rovescio – le soluzioni, anche quelle più complesse sembravano semplici formalità, ad altri dove gli errori, anche i più banali si ripetevano quasi senza fine, i lamenti erano incessanti e sembrava andare tutto storto.
E’ successo con Aliassime, Korda e Bedene. Questi tre match hanno avuto dei segnali simili che vanno interpretati. Primi set giocati molto bene, lunghe pause di riflessione che solo con Bedene non hanno portato al terzo nel quale il suo gioco si è riacceso e il suo braccio è tornato a fare meraviglie. I suoi up-down sono caratteristici di chi si sente fortissimo ma deve ancora imparare come si gioca nel mondo dei grandi, dove non viene regalato niente, ogni 15 è una sofferenza, un ostacolo da superare, una meta da raggiungere.
Il ragazzo è sveglio e intelligentissimo. Giorno dopo giorno, partita dopo partita, imparerà a moderare i comportamenti qualche volta fuori dalle righe, imparerà a capire che ci sono anche gli avversari che certe volte sono bravi altre bravissimi, che se si sbaglia c’è il punto successivo che può riscattarlo immediatamente, che oltre alle vittorie esistono anche le sconfitte.
L’aspetto più interessante che questo torneo ci ha dato riguarda gli avversari battuti. Aliassime che ha due anni più di Lorenzo, pur giovanissimo è da molto più tempo nel tour Atp, mentre Korda che ha la stessa età del canadese, anche se si è messo in luce solo dopo il lock-down, è uno dei giovani del circuito meglio seguiti e consigliati. Bedene è invece un vecchio marpione dei campi da gioco che non regala niente, è capace di sfruttare qualsiasi incertezza di chi ha di fronte e riesce a far diventare i punti di debolezza dell’avversario i suoi punti di forza.
Con Tsitsipas è chiaramente aumentato lo spessore dell’avversario. Mi è piaciuto che Lorenzo lo abbia affrontato a viso aperto, non ha mai cambiato la sua identità di tennista sempre alla ricerca del vincente. Nella semifinale di Acapulco ci fu partita vera solo all’inizio del terzo set. Qui il match è stato molto più avvincente, anche grazie alla migliore capacità del carrarino di giocare sulla terra.
E’ partito subito benissimo, con i colpi migliori del suo repertorio. Vinto il primo e sorpassato nel secondo non ha mai abbassato il capo, non ha snaturato il suo gioco nonostante la riscossa del greco punto nell’orgoglio dalle continue palle corte che ha subito.Il terzo è stato la passarella di Tsitsipas che ha vinto come pronostico. Il punteggio di 4-6 6-3 6-0 ci dimostra comunque la crescita di Lorenzo e il risultato del terzo non deve ingannare nessuno, men che meno Stefanos e il suo clan.