Il maiorchino vince dopo Barcellona anche gli Internazionali Bnl d’Italia.
Dopo aver rimediato una brutta sconfitta contro Rublev a Montecarlo, match nel quale fu surclassato nel terzo set dal diritto devastante del russo nella migliore partita di stagione, commentatori, tecnici e sapienti del tennis incominciarono a parlare del declino senza speranze – quante volte è successo negli ultimi anni – di Nadal non più capace di vincere sulla superficie dove ha ottenuto record che non saranno mai avvicinati.
Qualcuno incominciò a ricredersi dopo il successo di Barcellona nel quale fece fatica nei primi match e giocò uno degli incontri più spettacolari di questa stagione contro Tsitsipas un rivale tosto che cedette solo al dodicesimo gioco del terzo set. Si disse che quello è il suo torneo e il suo campo, che un Atp 500 non vale un Masters 1000 e che avrebbe anche potuto perdere nei primi turni. Il suo dominio non era stato incontrastato come tante altre volte.
Madrid non è mai stata la settimana che predilige e quest’anno si era visto in modo ancora più lampante del solito. Fuori ai quarti di finale contro Zverev che poi andò a vincere il torneo in un bel match contro Berrettini.
A Roma era molto atteso. La Città Eterna, il Foro Italico come la cartina di tornasole, la prova del nove. La sorte, che di solito è molto benevola nei primi turni, gli aveva messo di fronte avversari difficili fin dall’inizio. La dea bendata gli aveva regalato Sinner e Shapovalov, cioè due dei migliori player della nuova generazione ed una eventuale rivincita contro Sascha nei quarti che, come ho ricordato, lo aveva sconfitto qualche giorno prima nella capitale spagnola.
Nell’incontro con Sinner si è vista una ottima versione di Rafa, per determinazione e soluzioni tattiche e tecniche, non molto lontana da quella a cui ci ha abituato. In entrambi i set il maiorchino ha recuperato lo svantaggio. Nel secondo in particolare da 2-4 0-30 Rafa ha saputo costruire punto dopo punto la rimonta fino al 6-4 finale.
Il match di Nadal contro Shapovalov è stato entusiasmante. Al dodicesimo game del terzo set il canadese, che ha giocato la sua miglior partita sul rosso, ha avuto due palle per chiudere l’incontro. Il maiorchino non ha voluto crederci ed è riuscito a portarlo al tie-break dove Denis, sempre in spinta, ha fatto qualche errore di troppo. Ancora una volta Rafa ha dimostrato che la forza di volontà è la vera qualità che lo contraddistingue da tutti gli altri.
Contro Zverev ha vendicato la sconfitta subita la settimana precedente anche se il punteggio di 6-3 6-4 potrebbe ingannare e far pensare ad un match quasi a senso unico. Non è stato proprio così o perlomeno lo è stato solo nei primi giochi nei quali il maiorchino è partito aggressivo e concentratissimo contro un avversario molto falloso ed entrato in partita con ritardo. Nel secondo set Zverev, manovrando meglio di rovescio e facendosi più aggressivo in risposta e da fondo, ha avuto diverse opportunità mai sfruttate a pieno per rientrare nel match.
Battuto Opelka in semifinale è arrivata la tanto attesa partita contro Djokovic. Il match, durato 2h e 49 minuti, è stato intenso e a tratti spettacolare. Abbiamo visto una gamma di soluzioni, una varietà di colpi sia definitivi che in difesa, che rappresenta il meglio del tennis su terra. Lo spettacolo che hanno offerto è stato di primissima qualità e degno della finale di uno dei più importanti tornei del circuito. Dopo un set per parte, nel quinto game di quello decisivo era il serbo a non sfruttare due possibili occasioni sul servizio di Rafa. Da quel momento il maiorchino cambiava marcia e trovava, come spessissimo gli capita, le energie per fare l’allungo definitivo e chiudere 6-3.
Nadal, in quest’anno unico e irripetibile, dopo la semifinale all’Australian Open ha preferito tornare solo con il torneo di Montecarlo. Era normale non trovarlo in forma smagliante fin dalla prima partita, si sarebbe dovuto preoccupare. Con il suo team ha optato di raggiungere il massimo della condizione per il Roland Garros, obiettivo di stagione. Se lo vincesse sarebbe la sua quattordicesima Coppa dei Moschettieri.
Ha scelto Roma, il torneo più prestigioso e carico di storia sul rosso dopo il torneo parigino, per provarsi e credo che abbia capito che anche quest’anno può giocarsela da favorito. Gli avversari a iniziare da Nole e Stefanos sono avvisati, tuttavia Rafa è consapevole che ogni anno è sempre più difficile ripetersi.