Il giovane californiano riesce a vincere a Indian Wells il primo torneo 1000 in carriera dopo tante delusioni e momenti difficili.
Esistono vari tipi di lacrime, quelle di Taylor Fritz che il 20 marzo ha battuto Rafa Nadal dopo un match giocato solo a tratti bene ma ampiamente meritato erano di gioia: liberatorie, ripagano dai tanti sforzi fatti, dalle delusioni, dalle sconfitte inspiegabili, dai momenti difficili.
Successo ottenuto contro Rafa Nadal, il player che quest’anno aveva inanellato venti successi consecutivi, non gli era mai accaduto ad inizio stagione, e che era dato come grande favorito.
Né Rafa né Taylor erano stati impeccabili nel loro percorso verso la finale.
Il maiorchino si era salvato con Kordino, con Opelka e Kyrgios – giocatori che non gli permettono di esprimersi al meglio –. Diverso il match di semifinale contro Carlos Alcaraz. Sarebbe potuta essere una gran partita se non fosse stata disturbata, a tratti, da un vento fortissimo.
Per Taylor questo torneo non è uno dei tanti eventi del circuito ma il Torneo come può essere il Foro Italico per un giocatore italiano. A Indian Wells, dove lo accompagnavano i genitori da bambino, ha fatto il primo torneo importante incominciando dalle qualificazioni, quando gli statunitensi sbagliando pensavano di aver trovato l’erede di Sampras, fino alle semifinali dello scorso autunno quando battendo Berrettini, Sinner e Zverev aveva capito quali fossero le sue potenzialità.
Quest’anno forse solo sua madre, ottima giocatrice alla fine degli anni ’70 e sempre presente in tribuna a incitarlo, credeva nel miracolo tennistico. Taylor ha sudato, ha faticato più del dovuto per battere Munar e anche De Minaur.
Il californiano ha giocato meglio con Rublev che nei tornei di spessore spesso non regge l’urto psicologico, fino a spingersi a veri atti di autolesionismo, ma ha meritato con Rafa che almeno nel secondo set ha alzato il suo livello di gioco.
L’incantesimo poteva spezzarsi perché sul finire del match contro il moscovita si è procurato una distorsione alla caviglia. La mattina della finale sembrava non fosse in grado di giocare. Alcuni trattamenti gli hanno permesso di non sentire dolore e di provare.
Gli statunitensi non hanno trovato Sampras, nemmeno Agassi o Roddik ma un giocatore che ormai punta alla top ten senza indugi. Sono in tanti a farlo, non c’è posto per tutti. Probabilmente qualcuno dovrà scansarsi. La lotta per le Atp Finals è appena iniziata e anche Taylor vi parteciperà.