La sfida tra il giovane spagnolo e l’azzurro sarà sicuramente quella che entusiasmerà nei prossimi anni tantissimi tifosi.
Sabato 31 marzo 2023 Jannik Sinner e Carlos Alcaraz hanno giocato la loro ultima sfida a livello Atp. Se si esclude il loro primo incontro che avvenne al primo turno del Challenger di Alicante il 2 aprile del 2019 – non avevano ancora raggiunto la maggiore età, per Jannik ci sarebbero voluti pochi mesi, per Carlitos oltre due anni – l’altoatesino e il murciano dal 3 novembre 2021 fino alla sfida di pochi giorni fa si sono trovati di fronte già sei volte.
Tre le vittorie a testa. Hanno avuto modo di sfidarsi nel chiuso del palazzetto di Parigi-Bercy, sull’erba di Wimbledon, la terra battuta di Umago, il cemento di Flushing Meadows, di Indian Wells e di Miami. Nessuna di queste partite è stata banale e dal risultato scontato. Si è visto sempre tennis di qualità giocato in alcuni momenti ad una velocità folle, con diversi capovolgimenti di fronte, sempre a viso scoperto e spesso con il sorriso. Mai una scorrettezza, un tentativo di innervosire l’altro o di indispettirlo.
Incontri leali tra avversari che punto dopo punto, partita dopo partita incominciano a conoscersi, a stimarsi, a sentire la necessità dell’altro. Con lo scorrere del tempo i loro incontri aumenteranno ovviamente di numero e diventeranno sempre più prestigiosi. Finora hanno disputato solo la finale di Umago, anche se le partite più importanti li hanno visti di fronte al quarto turno di Wimbledon, al quarto di finale di Flushing Meadows, partita nella quale Sinner ha avuto un match point, e nelle due semifinali giocate nel mese di marzo appena trascorso.
Il loro livello, la qualità del gioco sembra aumentare ogni volta, sempre a stupire l’altro, orgogliosi di essere al centro di eventi che non hanno ancora fatto storia vera ma che un giorno la faranno. Arriveranno sicuramente match più importanti di quelli che si sono disputati finora, finali Masters 1000 e credo anche ultimi atti di tornei Slam. Lavorano per questo, è il loro obiettivo massimo, il fine dei loro allenamenti asfissianti nei quali sperano di arrivare alla perfezione del colpo, che non esiste, perché ogni esecuzione non è classificabile con una votazione precisa, definitiva.
Il campo e il tempo d’avventura ovviamente a oggi non sono solo per loro. Ci sono ancora Djokovic, l’avversario a mio parere più temibile, Medvedev che ha 27 anni e quindi ancora tanti anni davanti, forse Nadal sulla terra battuta e poi i più giovani. Penso quindi ad Auger, Rune, diciamo Fritz, Shapovalov se mette la testa a posto e smette di perdere, Zverev se tornerà quello di 15 mesi fa, Tsitsipas sulla terra battuta, ma io credo che i giocatori appena nominati siano già stati superati, siano già un passo indietro e difficilmente si riallineeranno per un tempo lungo.
Non so se la sfida Alcaraz-Sinner sarà nei prossimi anni quella che è stata negli ultimi 15 tra Federer e Nadal al quale si è poi aggiunto Djokovic che ha spesso rubato loro la scena. Il tennis di oggi sta evolvendo rispetto a quello che era intorno al 2010 e trielli che dureranno per diversi lustri credo che difficilmente li vedremo.
Pensando a oggi e al domani prossimo credo che Alcaraz-Sinner, anche per il loro modo diverso di stare in campo e per le tipologie di gioco differenti, sarà la sfida che più accenderà gli entusiasmi delle platee dei tifosi di tutto il mondo già oggi divisi tra lo spagnolo della Murcia che esulta quasi ad ogni punto e che gioca sempre con il massimo sforzo e l’italiano dell’Alto Adige che sembra non eccedere quasi mai in entusiasmi ma che dentro ha perlomeno la stessa voglia di vincere.