L’Open del Canada e il Masters 1000 di Cincinnati, competizioni di lunghissima tradizione, sono da considerare importanti tappe di avvicinamento a Flushing Meadows. Si giocano in condizioni climatiche e su campi, benché in cemento, con caratteristiche diverse.
Nadal ad esempio predilige il primo dei due tornei, mentre nel secondo ha diversi problemi di adattamento perché la superficie è più veloce e l’umidità dell’aria è a livelli massimi. Il maiorchino vanta cinque vittorie in Canada mentre a Cincinnati si è affermato solo nel 2013. Federer ha vinto ben sette volte nell’Ohio mentre in Canada ha solo due successi all’inizio della carriera.
Quanto valgono e cosa significano le vittorie inaspettate di Carreño a Montreal e Coric a Cincinnati? Per loro tantissimo visto che è stata la loro prima volta, mentre per il tennis significano che non solo è in atto il fin troppo citato, anche da me, cambio generazionale, ma che tanti protagonisti diversi potranno trovare la settimana della vita senza necessariamente ripetersi a poca distanza.
Il successo di Borna che ha ripreso da pochi mesi l’attività agonistica dopo l’operazione alla spalla che lo ha tenuto lontano dalle competizioni per dodici mesi ha dell’incredibile. In otto tornei Atp aveva vinto quattro incontri. A Montreal il 9 di agosto aveva perso dal suo compagno di squadra Cilic in modo netto. Cosa è successo?
Difficile dirlo perché lo stesso Borna, dalle dichiarazioni fatte dopo la finale vinta contro Tsitsipas, ha detto che era convinto di uscire al primo turno con Musetti. Contro il carrarino ha vinto il primo set anche con la complicità di Lorenzo, ma poi ha liberato il braccio e da quel momento non si è più fermato. In sei incontri ha perso solo un set con Nadal. Ha sconfitto tre top ten e due top venti mostrando un tennis se possibile addirittura migliorato. Non solo è apparso in gran forma fisicamente ma ha fatto vedere un gioco molto più aggressivo di quello che gli conoscevamo.
Pablo Carreño Busta vincitore a Montreal, a differenza di Coric finalista di un Masters 1000 a Shanghai nel 2018 pur sconfitto da Djokovic, non aveva mai vissuto nella sua carriera ultradecennale l’atmosfera di un ultimo atto di un torneo così importante che se non sarà una svolta rappresenterà per sempre un ricordo incancellabile.
A mio parere c’è una differenza tra le due vittorie. Quella del croato potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova carriera che dovrebbe dargli soddisfazioni importanti anche se già da Flushing Meadows avrà gli occhi degli addetti ai lavori pronti a vedere cosa sarà in grado di fare, mentre il successo di Carreño mi sembra abbia più il sapore di un exploit isolato. Intendiamoci, Pablo sul cemento si esprime molto bene – ha già giocato due semifinali a Flushing Meadows – ma nella settimana di Montreal sembrava volare su una nuvoletta come se gli dei del tennis avessero già decretato in anticipo che quello sarebbe stato il suo torneo.
Ha giocato in modo straordinario, sembrava inscalfibile, gli riuscivano in modo perfetto sia le fasi d’attacco che quelle di difesa. Il meglio del suo tennis l’ha fatto vedere in semifinale con Evans che lo ha messo spesso in difficoltà e in finale con Hurkacz che partiva con i favori del pronostico. Coric potrebbe tornare a fare finali Masters 1000 e magari anche a vincerle, su Carreño ho qualche dubbio.
Prepariamoci dalla prossima settimana a vivere un’edizione di Flushing Meadows come non vedevamo da tempo perché il torneo è aperto come non mai, sono diversi i giocatori che potrebbero trovare le due settimane della vita, indipendentemente dalla presenza di Djokovic.