Lorenzo Musetti (3), entrato nella top 20, aveva fatto la scelta più facile e quella, pensava, che gli avrebbe fatto scalare ulteriormente la classifica: andare a giocare i tornei sudamericani sul rosso, la superficie che predilige.
L’anno scorso di questi tempi aveva optato per una soluzione coraggiosa anche se poteva un po’ essere rischiosa per la classifica. Si sa che i suoi colpi sono particolarmente adatti alla terra, le sue invenzioni, i cambiamenti di ritmo, la capacità di lavorare la palla con improvvise accelerazioni, le rotazioni in top trovano il terreno più adatto sul rosso dove fin dalle prime uscite da pro – ricordiamo la vittoria autunnale al Foro Italico del 2020 contro Wawrinka – aveva mostrato capacità non comuni per un teen ager.
L’anno scorso di questi tempi, dato per scontato che la terra è la superficie sulla quale si è formato e dove deve imparare di meno, aveva deciso di giocare sul cemento. Dopo Adelaide e l’Australian Open, dove perse al primo turno, scelse i campi veloci sui quali i colpi devono essere più penetranti e serve maggiormente la chiusura uno-due. Era un investimento per il futuro, il pass che doveva servirgli per fare esperienza e diventare col tempo un giocatore universale.
Gli andò male a Pune e a Dubai, dove fu sfortunatissimo perché incontrò Djokovic alla prima partita dell’anno e quindi affamato di vittorie, ma giocò bene a Rotterdam dove arrivò nei quarti di finale grazie al successo contro Hurkacz prima di perdere dal ceco Lehecka in un match che avrebbe anche potuto vincere.
Questa esperienza di inizio 2022 diede i suoi frutti nel volgere della stagione quando arrivò in semifinale a Sofia e a Firenze, vinse a Napoli e giunse fino ai quarti al Masters 1000 di Parigi-Bercy dove sconfisse Cilic, Basilashvili e Ruud prima di cedere a Nole.
L’esperienza di queste settimane sul rosso sudamericano si sta dimostrando molto sotto le aspettative. A Buenos Aires è stata buona solo la prima contro Cachin, a Rio è andata ancora peggio visto che è stato sconfitto al primo turno da Nicolas Jarry con un punteggio molto severo che non ammette scusanti.
Il ventisettenne cileno, attualmente n°139 della classifica mondiale, ma che ha avuto un best ranking di 38, sta provando a risalire la china visto che fino a qualche anno fa era considerato, specialista della terra battuta, uno delle migliori promesse del tennis sudamericano.
Della partita onestamente c’è ben poco da raccontare se non che il carrarino non è mai stato incisivo in risposta, troppo lontano e incapace di contrastare il cileno che ha nel servizio una delle armi migliori. Nel primo set quando batteva, Nicolas ha perso solo tre punti. Nel fatidico settimo game, l’unica palla break concessa è costata a Musetti il set. 6-4 Jarry.
Il peggio tuttavia doveva ancora arrivare. Nella seconda frazione la prestazione del giocatore di Carrara scendeva ulteriormente di livello. Non continuava a essere pericoloso in risposta ed era sempre in difficoltà anche al servizio dove concedeva alcune opportunità a Nicolas che si è mostrato sicuro e deciso a non concedere nulla. Anche negli scambi da fondo, quando a battere era l’azzurro, il cileno spesso chiudeva con dei vincenti. Il diritto di Jarry è stato molto più performante di quello di Musetti. I break sono arrivati al terzo, al quinto e al settimo gioco. 6-1 Jarry.
Lorenzo ha ancora una possibilità, il torneo di Santiago del Cile, per riscattarsi in questo tour sudamericano molto negativo. Dopo si sposterà negli Usa per Indian Wells e Miami, speriamo con ben altro spirito e consistenza tecnica.
Jarry-Musetti 6-4 6-1