Dopo 2h e 49 minuti di gioco intenso e a tratti spettacolare è arrivato il decimo successo di Rafa Nadal al Foro Italico. Il primo fu nel 2005 in un drammatico match contro Guillermo Coria quando ancora la finale veniva giocata al meglio dei cinque set. Quest’anno a contendergli la palma del migliore è stato Nole Djokovic, il più naturale e scontato dei suoi avversari, come era già successo a Roma altre cinque volte. Nel 2011 e nel 2014 a spuntarla fu il serbo. Come due anni fa ci sono voluti tre set per conoscere il nome del vincitore, ma quest’anno la lotta è stata più intensa e incerta.
Abbiamo visto una gamma di soluzioni, una varietà di colpi sia definitivi che in difesa, che rappresenta il meglio del tennis su terra. Molti di noi si erano chiesti in che condizioni fisiche i due avversari avrebbero affrontato la finale visto che la settimana è stata molto dura in termini di energie spese. Oggi possiamo dire che, anche se alcuni loro incontri sono stati ancora più belli e con un maggior numero di vincenti e minori gratuiti, lo spettacolo che hanno offerto è stato di primissima qualità e degno della finale di uno dei più importanti tornei del circuito.
Nadal aveva speso molto nei primi giorni per sconfiggere sia Sinner che Shapovalov contro il quale si era trovato per ben due volte ad una palla dall’uscire anzitempo, mentre Djokovic aveva dovuto esprimere il meglio del suo tennis negli ultimi due giorni contro Tsitsipas e Sonego. In certi momenti ho avvertito che un po’ di stanchezza si stesse affacciando nel loro gioco a tratti meno fluido e incisivo, ma mi sono dovuto ricredere visto la gagliardia con la quale hanno saputo riprendersi dopo alcuni brevi momenti di appannamento. Era forse solo un modo per razionalizzare al meglio le forze in vista del finale.
Nella loro 57a sfida ufficiale è partito meglio Djokovic, ma dopo un break per parte la partita è continuata sulla linea del sostanziale equilibrio fino all’undicesimo gioco quando Nadal ha strappato, anche con la complicità di Djokovic per in doppio fallo, il servizio per chiudere 7-5. Nel terzo gioco del secondo set Rafa ha avuto una palla breakche se portata a casa poteva avere il sapore della resa. Non bisogna mai nemmeno immaginarla quando si tratta di Nole che da quel momento grazie a traiettorie precise e incisive ad aprire gli angoli ha reagito con una serie impressionante di punti che ha portato la contesa al terzo.
Nel quinto game del set decisivo era il serbo a non sfruttare due possibili occasioni sul servizio di Rafa. Da quel momento il maiorchino ha cambiato marcia trovando, come spessissimo gli capita, le energie per fare l’allungo definitivo fino a chiudere per 6-3.