Gli Stati Uniti erano i favoriti nei pronostici. Avevano la squadra più forte e completa, quattro singolaristi nella top 20. A noi rimane il merito di essere arrivati in finale nonostante la sconfitta nel tie contro la Polonia. Ai giocatori e ai loro team rimarrà un’esperienza incancellabile che faranno vivere a lungo nella loro memoria e che diventerà patrimonio umano oltre che tennistico.
Martina Trevisan non è riuscita a ripetersi, non ha bissato la straordinaria prestazione che aveva messo in campo contro Sakkari. Forse le sono mancate un po’ di energie, la convinzione e soprattutto l’esperienza di gioco sui campi in cemento dove la sua avversaria è sicuramente più abituata a giocare. In circa 90 minuti Jessica Pegula ha portato a casa il primo punto per gli Stati Uniti che come sappiamo sono i veri favoriti in questo match di finale perché sono più completi come squadra e più forti se prendiamo le classifiche singole player per player nelle sfide che devono affrontare.
Pegula parte sicuramente meglio in risposta. E’ rapida e toglie il tempo a Trevisan che ha qualche difficoltà a entrare nel match nonostante i suoi momentanei vantaggi e con una partita ancora tutta da inventare. Per fortuna la fiorentina si sblocca da una situazione di torpore e incomincia a far partire il suo diritto con maggiore continuità. Anche la risposta si fa più continua e la pesantezza del suo diritto le permette di strappare il servizio alla giocatrice di Buffalo. 3-2 Pegula.
Il sesto gioco sembra quello del riaggancio. Martina inserisce nel suo gioco anche alcune variazioni interessanti che le permettono di salire fino al 40-0. Purtroppo non le basta perché la statunitense rimane concentrata azionando alcuni colpi di rovescio che le consentono di recuperare e di controbrekkare per salire 4-2. La reazione di Martina è immediata e la partita si fa divertente e anche equilibrata. Il suo diritto, il colpo principale del repertorio, si fa sentire e le permette di avere un’ulteriore palla di controbreak che riesce a sfruttare. L’ottavo gioco al servizio lo tiene con discreta sicurezza e il set torna in parità, abbastanza imprevista se si pensa a come era iniziato il match. 4-4.
Dal nono game c’è la svolta del primo set. Pegula gioca un gioco ineccepibile dove mette a segno il meglio del suo repertorio mentre nel game successivo Trevisan, sempre a cercare il vincente, commette troppi errori che danno il primo set a Jessica per 6-4.
L’inizio del secondo mostra la differenza tra la n°3 del mondo e la 27. Il gioco della player di Buffalo è sempre più sicuro, solido e incisivo da fondo. Le certezze di Trevisan della metà della prima frazione si vanno a scontrare contro un muro che si fa sempre più difficile da scalfire. L’andamento dello score è inappellabile. Pegula brekka alla seconda opportunità sia al secondo che al quarto gioco e vola 4-0 tenendo facilmente il quinto.
La reazione d’orgoglio di Martina non manca anche se la statunitense ha un leggero calo di concentrazione. Fa bene Trevisan a giocarsela fino all’ultimo punto. Vince a 15 il sesto gioco in battuta e strappa il servizio in quello successivo ma Pegula fa sentire di nuovo il peso della sua forza come giocatrice di livello superiore. Brekka all’ottavo e chiude meritatamente un match che la nostra rappresentante ha giocato quasi alla pari nel primo set.
Pegula-Trevisan 6-4 6-2
L’inizio match di Lorenzo Musetti contro Frances Tiafoe è incoraggiante. Il carrarino serve bene e risponde ancora meglio con rovesci forti e precisi. Si procura così nel secondo gioco tre palle break consecutive che lo statunitense riesce ad annullare soprattutto grazie al servizio che è preciso e potente. Abbastanza improvvisamente Musetti nel successivo cala di rendimento alla battuta anche perché le risposte del player del Maryland diventano aggressive e sempre più difficili da controllare. Arriva troppo presto il break di Tiafoe che inizia a diventare padrone del gioco. 2-1 Tiafoe.
Al quinto game Musetti concede nulla sul suo servizio ma per il resto è quasi un assolo di Frances che costruisce punti vincenti alla battuta grazie a ottimi colpi d’avvio e risposte sempre più aggressive. In queste condizioni non può che arrivare il secondo break e quindi la chiusura del primo set per 6-2.
Il carrarino intanto dalla fine del primo set incomincia a toccarsi la spalla. Dopo il primo punto del secondo decide di ritirarsi. Fra una settimana inizierà l’Australian Open e quindi non è il caso di andare oltre e rischiare ulteriori problemi che potrebbero compromettere buone prestazioni per le prossime partite.
Tiafoe-Musetti 6-2 per ritiro
Ormai le speranze della squadra italiana sono ridotte al lumicino, sono molto fioche. Non solo Berrettini deve battere Fritz ma eventualmente poi ci vorrebbero due imprese difficili anche solo da immaginare. Bronzetti dovrebbe sconfiggere Keys e quindi bisognerebbe vincere anche il doppio misto, partita nella quale non siamo preparati.
C’è subito battaglia tra Taylor Fritz e Matteo Berrettini. I primi game sono molto combattuti e l’azzurro è costretto ad affrontare due palle break già al suo primo turno di servizio. Ancora nel quarto game si trova in difficoltà. Ci sono ulteriori palle break del californiano che Matteo salva grazie alla grinta e soprattutto alle ottime prime che lo sostengono nel momento del bisogno. 2-2.
I game successivi sono interlocutori. Ognuno tiene il proprio servizio con relativa facilità senza rischiare quasi nulla. Le risposte di Berrettini sono troppo morbide per mettere in difficoltà l’avversario anche se ci sono dei tentativi di provare variazioni rispetto ai soliti schemi da fondo campo a tutta velocità e potenza. Si giunge così al tie-break senza particolari sussulti. 6-6.
Nel jeu decisif Matteo cede i primi punti ed è costretto a rincorrere. Taylor non sbaglia praticamente nulla e, in vantaggio 4-1, tiene con relativa facilità fino a chiudere per 7 punti a 4.
Anche nel secondo set è sempre Berrettini a rischiare maggiormente, soprattutto nella prima parte della frazione dove concede due palle break al terzo game e addirittura tre nel settimo. E’ Fritz a costruire più vincenti da fondo, a creare maggiori opportunità, ad aprirsi gli angoli ma non riesce, grazie alla tenacia dell’azzurro, a brekkare. Come nella prima frazione gli ultimi game sono vinti facilmente da chi è al servizio. Si arriva così al secondo tie-break. 6-6.
Questo secondo jeu decisif è sicuramente più aperto del primo. Berrettini ha alcune opportunità ma viene prontamente riacciuffato da Fritz. Matteo viene tradito dal diritto, il suo colpo da fondo campo più performante e così Taylor al secondo match point fa suo il match e quindi anche la prima edizione della United Cup che gli Stati Uniti hanno ampiamente meritato.
Fritz-Berrettini 7-64 7-66
Noi abbiamo giocato al limite delle nostre possibilità durante tutto il torneo e non possiamo che essere soddisfatti delle prestazioni dei nostri giocatori che si sono dimostrati una squadra unita nella quale ha regnato uno spirito solidale e vincente.