Nella vecchia edizione della Coppa Davis, alla quale siamo ancora affezionati, la partita di doppio era spesso importante per orientare il risultato finale. Nei match equilibrati presentarsi la domenica in vantaggio per 2-1 permetteva a chi entrava in campo per primo di giocare con maggiore tranquillità perché sapeva di non essere la carta unica del dentro-fuori.
Ci sono state tramandate le gesta quasi eroiche di Pietrangeli-Sirola, ricordiamo la coppia Panatta-Bertolucci, Nargiso che ha giocato con diversi compagni sapendo dare il meglio di sé in questa specialità indipendentemente con chi facesse coppia, mentre per il decennio appena trascorso non possiamo trascurare Fognini-Bolelli.
Senza essere dei provetti statistici ci rendiamo conto che con la nuova formula il doppio vale 1/3 del punteggio e non più un 1/5. Molte squadre competitive hanno una coppia di livello anche se non sempre presentano un n°2 molto forte.
Nella nostra squadra in questo momento abbondano i singolaristi come non mai ne avevamo avuti e credo che fra qualche anno il numero di player di primissima qualità salirà ulteriormente. Attualmente non abbiamo una coppia di doppio che dia sicurezza. Cosa fare?
Bolelli-Fognini potrebbero essere competitivi ancora quest’anno, ma Volandri non aveva convocato il bolognese e adesso che è in squadra, in seguito al forfait di Berrettini, non l’ha fatto giocare. Durante l’ultimo anno sono stati fatti diversi esperimenti con esiti incerti.
Ieri contro il duo colombiano Cabal-Farah, Filippo ha provato la carta Sinner che aveva appena rifilato un 9-0 finale a Galan. Jannik, come tutti i bravi discepoli, ha impiegato un set per studiare, il secondo gli è servito come corso di specializzazione, nel terzo si è messo in cattedra. Ha risposto benissimo e giocato in pressione da fondo ma se l’è cavata anche quando era al servizio e a rete.
Una cosa credo di averla capita. Il doppio dei prossimi anni, ma anche quello che giocherà domani contro la coppia croata Mektic-Pavic, non potrà prescindere dall’altoatesino. Bisognerà capire chi sarà, per caratteristiche tecniche e capacità di giocare questa specialità, il giocatore più adatto da affiancargli. Oggi è sicuramente Fabio. Nei prossimi anni?
Sarà necessario durante l’anno, nei tornei 1000 e 500, fare delle prove. Non sempre i player accettano di buon grado o s’impegnano al massimo se stanno giocando ancora il singolare, ma una certa pianificazione deve essere fatta. Non possiamo rimanere scoperti in questa specialità che spesso può dare un punto determinante. E’ evidente che non si possono vincere sempre i due singolari.
Una coppia di soli doppisti è da escludere perché toglierebbe il posto a due singolaristi in un momento nel quale c’è da premiare, attraverso la convocazione, l’altissima qualità raggiunta dal nostro tennis con player che daranno nei prossimi anni tantissime soddisfazioni.