Nel 1977 il pubblico del Foro Italico si aspettava il bis di Adriano Panatta che l’anno precedente aveva vinto dopo aver sofferto nel match d’esordio contro l’australiano Warwick – sotto 5-1 al terzo set salvò 12 match point di cui due nel tie-break che vinse per 8 punti a 6 –. Arrivò al successo in finale contro Vilas nel quale mostrò il suo repertorio molto creativo dominando il quarto set ad alto rischio che si dimostrò definitivo e salvifico.
La buona sorte la pagò in una cambiale unica l’anno seguente quando nei quarti di finale si vide sorpassare da Vitas Gerulaitis in una partita che sembrava senza storia dominata fino al tie-break del secondo set.
L’Italiantennis di quegli anni tuttavia godeva di player di livello internazionale. Nel 1977 toccò a Tonino Zugarelli, il quarto della squadra di Coppa Davis, accendere inaspettatamente l’umore dei tifosi italiani.
Tonino, che avrebbe voluto diventare calciatore, arrivò al tennis per necessità. Si intrufolò nei circoli nobiliari del Lungotevere e seguì la trafila degli ultimi, quella che da raccattapalle portava a palleggiatore e, se dotato, ad aiutare il maestro.
E lui dotato lo era per davvero: splendido atleta, rapido e coordinato, si muoveva sul campo con agilità e giocava con naturalezza estrema tutti i colpi, anche i più difficili, da ogni parte del campo come se nella vita non avesse mai fatto altro.
Da ragazzo in un incidente perse la falangetta del pollice che lo costringeva quando colpiva di diritto, adattandosi ad un’impugnatura atipica, ad un movimento rapidissimo, colpo unico spesso vincente.
Nella primavera del 1977 Tonino era in crisi e fu il signor Mario Berardinelli a costringerlo ad allenamenti forzati a Formia per fargli recuperare la forma in tempo per giocare gli Internazionali.
Nella parte bassa del tabellone lo slavo Franulovic gli fece il favore di sconfiggere Vilas ma Tonino fu bravissimo a crederci: sconfisse ai primi turni Lombardi e in recupero l’israeliano Kruvelitz prima di compiere i suoi piccoli capolavori: Franulovic per 6-0 al terzo set, Pecci in due tie-break, Dent in quattro set.
Ad aspettarlo in finale c’era Gerulaitis, il tennista statunitense di origine lituana che amava vivere come una rock star.
L’inizio fu da incubo ma nel tie-break del quarto set ebbe la palla per andare al quinto. La volée morì sul nastro altrimenti, con Vitas ormai stremato, forse staremmo raccontando un’altra storia.