Batte in semifinale Djokovic e domina Khachanov in finale.
Sascha Zverev (4), figlio di tennisti russi, aveva promesso alla Germania, il Paese dove è nato, che gli avrebbe regalato una medaglia magari d’oro ai Giochi Olimpici.
Quando tuttavia nel torneo si iscrive Nole Djokovic (1) volato in Giappone con intenzioni molto serie – vincere per la prima volta le Olimpiadi e chiudere la stagione con il successo a Flushing Meadows giusto per aggiudicarsi, il primo nella storia in campo maschile il Golden Slam – la faccenda si complica notevolmente, le promesse rischiano di rimanere vane. E’ stato molto bravo a mantenerle con grande merito.
Il tedesco tuttavia sapeva come si può mettere in difficoltà Nole. Lo aveva battuto la prima volta che si erano incontrati, alla finale degli Internazionali d’Italia, ma anche al Masters del 2018. Nole aveva sconfitto tuttavia Sascha le ultime cinque volte che si erano affrontati.
La loro semifinale è stata la vera finale. L’inizio del match non lasciava presupporre niente di buono per il giovane tedesco che iniziava, come spesso gli capita, poco concentrato e soprattutto con i colpi fuori misura.
Nole nel primo set non ha lasciato alcuna speranza di poter fare partita alla pari. I suoi colpi partivano fluidi, sicuri. Per contro Sascha sembrava titubante e assolutamente non in grado di reggere il gioco e nemmeno di creare delle variazioni tattiche che potessero mettere in difficoltà il serbo.
I break a favore di Nole sono arrivati al quarto e al sesto gioco. Sascha ha avuto solo due palle break al primo turno di battuta di Djokovic.
Il secondo set pareva una copia non molto difforme dal primo fino al quinto game quando era ancora Sascha a subire il break. Vista la sicurezza con la quale stava giocando Nole e la sua forma psicofisica degli ultimi mesi, era difficile immaginare che sarebbe potuto succedere un’inversione di tendenza.
Dal 2-3 Sascha metteva a segno otto game di fila – con quattro break – che cambiavano completamente il volto alla partita. Improvvisamente il tedesco ha incominciato a comandare gli scambi, a giocare con i piedi dentro il campo e tirare colpi da fondo con una sicurezza e spavalderia che non gli ricordavamo da tempo.
Il calo di Djokovic è stato fisico e tecnico. Le sue palle non erano veloci come all’inizio del match, il suo tennis si è fatto improvvisamente incerto e in balia dell’avversario.
Il risultato finale è sicuramente inaspettato anche per il modo nel quale è arrivato. E’ una sorpresa che nessuno si attendeva.
Nole per arrivare in semifinale aveva passeggiato con i suoi avversari. Dellien, Struff, Davidovich-Fokina (16), Nishikori. Solo 17 game persi.
Anche Sascha Zverev aveva fatto molto bene. Aveva sconfitto, sempre in due set molto netti, Lu, Galan, Basilashivi e Chardy.
Nella parte bassa del tabellone sono arrivati in semifinale Karen Khachanov (12) e Pablo Carreño Busta (6).
Dalla parte bassa del tabellone se si fosse mantenuta la gerarchia delle teste di serie si sarebbero dovuti incontrare in semifinale Medvedev (2) e Tsitsipas (3).
Il moscovita è stato fermato nei quarti di finale da Carreño, un giocatore che non è mai molto piacevole incontrare, che come al solito ha dimostrato di avere volontà e capacità non comuni perché riesce sempre a trarre il massimo profitto dalle proprie partite. Pablo ha vinto in due set, il primo nettamente e il secondo in un tie-break dove Medvedev ha provato fino all’ultimo a invertire la rotta.
Peggio è andata a Tsitsipas che evidentemente deve ancora metabolizzare la sconfitta contro Djokovic in finale al Roland Garros. E’ stato battuto agli ottavi in tre set da Humbert (14) che nei quarti ha trovato la strada sbarrata da Khachanov che a sua volta sta provando a ritornare il player che era anche solo un paio di anni fa.
Detto della semifinale tra Nole e Sascha che è stato un appuntamento anticipato con l’oro bisogna dire che nell’altra il dominio del moscovita nei confronti dell’asturiano non è mai stato messo in discussione. Un perentorio duplice 6-3 ha messo termine alla contesa.
Il match di finale tra Zverev e Khachanov non ha avuto storia. Doppio break subito nel primo set, al terzo e al nono gioco, e un assolo del giocatore di Amburgo che ha lasciato un solo game nel secondo quando i giochi erano ormai già fatti.
Carreño ha battuto Djokovic nella finalina per il terzo posto, gara tennistica che esiste solo alle Olimpiadi. Abbiamo visto lo spagnolo per una volta sorridere nel momento della consegna della medaglia di bronzo. Immagino che Djokovic fosse furioso. Dalle dichiarazioni precedenti alla gara ci teneva molto a vincere almeno una medaglia per il proprio Paese dove è lo sportivo di riferimento.
Note dolenti per l’Italiantennis. Berrettini non era presente per il riacutizzarsi di problemi muscolari che aveva anche a Wimbledon, Sinner ha rinunciato alla convocazione.
Musetti è stato eliminato al primo turno dall’australiano Millman. Sonego (13), dopo aver rischiato con il giapponese Daniel, è stato sconfitto da Basilashvili. Della mini pattuglia italiana a spingersi più avanti e a giocare meglio è stato sicuramente Fognini (15). Prima di arrendersi agli ottavi di finale a Medvedev giocando una dignitosissima partita ha eliminato, sempre in due set, il giapponese Sugita e il bielorusso Gerasimov.