Siamo onesti e diciamoci la verità senza perderci in chiacchiere e giustificazioni inutili. I nostri tennisti al torneo che aspettiamo ogni anno come quello della svolta e capace di confermarci che questa volta siamo veramente diventati grandi hanno fallito. E se il termine fallimento ci piace poco diciamo che ci è andata veramente male e che non ce l’aspettavamo.
Non erano pochi quelli che si attendevano una finale Sinner-Alcaraz, per molti era quasi scontata, per altri era già nell’aria, una formalità già scritta da un sorteggio benevolo con entrambi che erano posizionati nelle zone opposte. Bisognava solo aspettare che gli eventi facessero il loro corso, ma le partite hanno preso una direzione che non ci aspettavamo. Alcaraz è stato sconfitto da un ungherese quasi sconosciuto che gioca bene ma che nel turno successivo è tornato nell’anonimato o quasi e Sinner ha perso da un buon giocatore argentino che tanto per intenderci non sarà mai Vilas ma neanche Nalbaldian o Del Potro.
Come hanno perso? Direi male. Alcaraz era probabilmente stanco dopo la doppietta Barcellona-Madrid. Sinner era troppo riposato visto che nella città catalana si era ritirato ai quarti e nella capitale spagnola non si era nemmeno presentato complice anche una probabile influenza. Contro Kokkinakis, dopo un primo set nel quale sembrava volesse mangiare il campo da gioco, game dopo game è apparso privo di energie nervose e fisiche. Si è salvato con Shevchenko, con Cerundolo senior ha ceduto di schianto come colto da un improvviso torpore.
Non meglio sono andati Musetti che gioca troppo lontano dalla linea di fondo, difetto che persiste, per essere pericoloso e Sonego che è troppo discontinuo e sciupone per fare un vero salto di qualità in termini di risultati. E’ sempre nel limbo, in alcuni game si accende, in molti altri, troppi, si spegne e finisce per perdersi.
L’anno scorso andò meglio perché Sinner si spinse fino ai quarti, mentre nel 2021 Sonego arrivò in semifinale, traguardo raggiunto da Volandri nel 2007. Dobbiamo quindi armarci ancora di buona speranza e continuare ad attendere. In fondo 12 mesi sono velocissimi da passare e noi saremo prontissimi ad accenderci per nuove attese e speranze che crederemo certezze.
Intanto la finale degli Internazionali d’Italia 2023 l’hanno giocata due player che non avevano mai vinto una partita al Foro, dimostrazione che i risultati sono sempre più incerti e le previsioni sempre più difficili da azzeccare.
Ha vinto meritatamente Medvedev che fino a un mese fa si lamentava che la terra rossa gli sporcasse le scarpe. In finale è arrivato Rune, un ventenne che ha sfiorato pure la vittoria a Monte Carlo contro Rublev. Ieri meno perché il russo è stato sempre pronto a rintuzzare qualsiasi attacco del danese che in campo certe volte sembra ancora un ragazzino capriccioso anche se il talento è quello di un campione che quasi sicuramente diventerà.
Noi intanto ci mettiamo in fiducia attesa, prima o poi arriveranno tempi migliori.