Sono contento che Kevin Anderson, il sudafricano che vive prevalentemente in Florida, sia tornato alla vittoria. Lo ha fatto all’ultimo torneo della stagione che si disputa sull’erba. Ha battuto in finale il nex–gen statunitense Jenson Brooksby.
L’ultimo successo di Kevin risaliva al torneo di Pune del gennaio 2019. Negli ultimi due anni la sua attività è stata molto limitata da problemi fisici importanti che lo hanno costretto a dei periodi di riposo abbastanza lunghi che si sono aggiunti a quelli già pesanti legati alla pandemia da Covid 19.
Anderson era alla ventesima finale. Fino ad oggi aveva vinto solo 6 tornei. Il successo odierno è il primo sull’erba, superficie sulla quale è stato comunque capace di raggiungere l’ultimo atto sia a Wimbledon sconfitto nettamente da Djokovic che al Queen’s dove a fermarlo fu Murray.
Brooksby è una promessa del tennis a stelle e strisce. Gli Stati Uniti da troppi anni non riescono a trovare un giovane sul quale poter fare sicuro affidamento.
Jenson, nonostante abbia solo vent’anni, ha già dovuto saltare completamente il 2020 per un’operazione all’alluce. Ha ripreso a giocare solo nel mese di febbraio di quest’anno. Ha ottenuto ottimi risultati nei tornei Challenger che gli hanno fatto scalare in pochi mesi moltissime posizioni nel ranking mondiale. Se avrà questa continuità di risultati nei prossimi mesi è molto probabile che riuscirà a partecipare al torneo Next-gen di Milano.
Ma veniamo al match di finale di oggi che è stato giocato abbastanza bene da entrambi. Si sono visti ottimi servizi, buoni fondamentali da fondo e discreti approcci a rete, gli ultimi da parte del sudafricano, ma devo dire che lo statunitense mi ha stupito per la capacità di rimanere in partita credendoci fino alla fine e per alcuni ottimi passanti di diritto e di rovescio anche se lo stile certe volte mi è sembrato abbastanza approssimativo.
Se il primo set, dove entrambi al tie-break hanno avuto palle per chiudere, è stato giocato punto a punto, nel secondo la differenza l’ha fatta la maggiore potenza al servizio di Kevin che ha brekkato al primo game. Fino al 5-4 il sudafricano aveva perso sul proprio turno di battuta solo 5 punti. Più difficile il decimo game, quello che gli ha dato la vittoria, che è finito ai vantaggi.
Sicuramente avremo modo di conoscere ed apprezzare meglio Jenson già dai prossimi mesi mentre a Kevin non possiamo che augurargli qualche stagione di buona salute anche se a maggio ha spento 35 candeline.
Anderson-Brooksby 7-68 6-4