Ho scritto spesso negli ultimi due anni di Italiantennis e del nostro modello come esempio virtuoso preso in considerazione da altre nazioni, il sistema pubblico-privato che fa da traino ad uno sport che è in grande ascesa a livello di vertice ma anche nelle fasce intermedie e tra i giocatori di base. Un nuovo boom del tennis come vivemmo negli anni ’70 e per il quale sono state spese tante parole.
E’ interessante confrontare la classifica di oggi con quella di un anno fa per provare a fare qualche considerazione che si basa anche sui numeri. La situazione è abbastanza complessa e non facilmente decifrabile.
L’anno scorso i primi quattro giocatori italiani erano Berrettini (10), Sinner (18), Fognini (28), e Sonego (32). Berrettini e Sinner hanno migliorato abbastanza sensibilmente la loro classifica, Sonego è cinque posizioni avanti (27), mentre il solo Fognini è sceso notevolmente (50) perché ha perso i 500 punti congelati della vittoria di Montecarlo 2019. I punti tuttavia dicono abbastanza poco.
Berrettini, attualmente n°6, è troppo spesso fermo per vari problemi fisici di diversa natura. Il suo potenziale è molto alto – non solo sull’erba – come ha fatto vedere nei tornei nei quali ha partecipato, ma il fisico sembra troppo fragile per reggere i ritmi continui di un Circuito che non ha un momento di pausa.
Lo aspettiamo al ritorno ben sapendo che ci vogliono partite e continuità di risultati per avere una classifica così competitiva. Non ci sarà a Roma, non sappiamo al Roland Garros. Il Queen’s e soprattutto Wimbledon lo attendono. L’anno scorso fece benissimo, non sarà facile ripetersi con i tanti player in ascesa.
Sinner (12) è sicuramente il giocatore che ci dà maggiori garanzie per il presente e per il prossimo futuro. Ultimamente è stato superato da Alcaraz in classifica e a livello mediatico, ma sono sicuro che la risposta di Jannik non si farà attendere.
E’ lui il nostro giocatore di punta. In questo inizio di stagione comunque ha fatto bene, nonostante diversi problemi fisici – compreso il Covid – e il cambio di allenatore che non può non comportare dei momenti di assestamento abbastanza rilevanti. Cambiano le persone di riferimento, la preparazione alla partita, alcune strategie tattiche, le aspettative. Un mondo nuovo al quale bisogna essere bravi ad adattarsi e non è mai facile in poco tempo.
Sonego è in crisi di risultati e di fiducia. Il suo braccio non è veloce come l’anno scorso, ha perso profondità e sicurezza con il diritto anche se forse sono migliorati servizio e rovescio. Il giocatore tuttavia non mi pare più in fiducia come se gli mancasse qualcosa in grado di scaldare il suo e il nostro cuore come fece l’anno scorso al Foro Italico.
Fognini, non me ne voglia, in questo momento sembra un ex. Non convince la sua postura in campo, gli atteggiamenti e ancora di più il gioco che è troppo discontinuo anche all’interno della stessa partita. Gli anni, quasi 35, e le tante battaglie si sentono.
Fabio sta anche provando a togliersi alcune belle soddisfazioni in doppio con il suo compagno e amico Bolelli. Potremmo vederli alle Atp Finals di Torino. Sarebbe una bella soddisfazione ma la strada è lunga e anche piuttosto perigliosa. Ci vuole molta continuità nei risultati su tutte le superfici.
L’anno scorso Musetti era n°83, oggi è 61. Un discreto balzo in avanti anche se molti speravano, dopo averlo visto giocare al Roland Garros con Djokovic, che la sua ascesa sarebbe stata più repentina. Lorenzo ha un gioco quasi d’altri tempi il cui puzzle è difficile da costruire in pochi mesi.
Per diventare competitivo ai massimi livelli deve incidere di più con il diritto, servire molto meglio, in particolare la seconda, e avanzare la posizione dei piedi dentro il campo. Lo sa lui, il suo allenatore e tutti quelli che lo seguono, ma ci vogliono credo ancora molte ore di allenamento e tante partite prima che questo avvenga in modo stabile.
L’anno scorso Travaglia, Caruso, Mager, Cecchinato e Seppi erano nella top cento. Oggi ne sono fuori perché sono in netta crisi di risultati . Non può valere la stessa analisi per Seppi e Cecchinato per ovvi motivi, ma sarebbe necessario che almeno i primi quattro che ho nominato tornino a fare qualche risultato di un certo rilievo.
Le note ampiamente positive vengono da Cobolli, non ancora 20 anni, che è in crescita costante (146) e Nardi che ad agosto compirà 19 anni. Luca è entrato per la prima volta questa settimana nella top 200. Non sono Alcaraz e Rune ma credo che si toglieranno grandi soddisfazioni. Possono diventare competitivi ad alti livelli entro un paio di anni.
Zeppieri, Darderi, Arnaldi, Passaro, Gigante, tutti nati nel nuovo millennio, possono rappresentare la nuova generazione di tennisti che si sta impegnando nel circuito minore per riuscire ad emergere. Alcuni di loro potrebbero farcela.
Stiamo meglio o peggio dell’anno scorso? Se guardo al prossimo torneo non posso dirmi soddisfatto secondo le aspettative, ma se osservo anche oltre la siepe spero e credo ci aspetti un futuro di gran livello per tanti anni.