Si sono conclusi stanotte gli incontri dei sedicesimi di finale. I match della parte bassa del tabellone erano sicuramente meno interessanti.
L’incontro più avvincente, l’unico che è finito al terzo set, è stato quello che ha visto il giocatore di casa Fritz (20) battere Munar. Lo spagnolo, qualificato, che si esprime meglio sulla terra rossa è rimasto in partita fino al tie-break della frazione finale perché è riuscito ad approfittare dei tanti passaggi a vuoto del californiano che ha alternato bei punti ad errori gravi per un giocatore del suo livello.
Indian Wells porta sicuramente bene a Kecmanovic che nel 2019, a nemmeno vent’anni, partendo dalle qualificazioni arrivò fino ai quarti di finale dove perse da Raonic. Ieri ha sconfitto in due set lottati l’olandese van de Zandschulp.
Paul non si è confermato. Dopo aver provocato una delle sorprese maggiori del tabellone battendo Zverev, con De Minaur (29) ha giocato solo a sprazzi. L’australiano che vive in Spagna anche se ultimamente si è stabilizzato su livelli non eccelsi, deludendo chi credeva in lui, si è dimostrato più determinato nei momenti che hanno deciso il match.
Rublev (7) è sicuramente uno dei player più in forma e regolari di questo inizio di stagione. Anche se non ha giocato bene all’Australian Open perdendo al terzo turno da Cilic, ha fatto semifinale a Rotterdam e ha vinto a Marsiglia e a Dubai. Il successo con Tiafoe (28), con il quale aveva perso nell’ultimo U.S. Open, è l’undicesimo di fila.
Johnson contro Hurkacz (11) ha avuto la possibilità concreta di vincere il primo set al tie-break. Il contraccolpo psicologico legato alla rabbia per non esserci riuscito l’ha pagato in modo netto fin dai primi game del secondo nel quale non è riuscito a fare partita alla pari.
Si sa che sui campi in cemento di Indian Wells e di Miami il rendimento di Isner (23) è sempre molto buono. Lo ha dimostrato anche ieri quando ha sconfitto Schwartzman (14). E’ bastata l’unica palla break subita dall’argentino al dodicesimo gioco del primo set per aprire la strada alla vittoria di John che nel secondo ha brekkato al quarto game. Il servizio è stata per lui come al solito un’arma determinante.
Tra Dimitrov (33) e Bublik (31) entrambi i set sono stati decisi dai break iniziali del bulgaro. Sono stati molti i game vinti a 0 da chi serviva. Partita troppo legata al servizio per essere veramente spettacolare come mi aspettavo.
Berrettini (6) ha battuto Harris (30) in due set grazie al buon recupero che il romano ha fatto nella seconda frazione quando ha cancellato alcune palle set e ha vinto, grazie anche agli errori dell’avversario, cinque game di fila. Matteo si è acceso solo nella parte finale del match e in alcuni momenti determinanti del primo. Non sembra ancora in forma, è parso un po’ spento e poco reattivo.