Il serbo raggiunge l’ottava finale a Church Road ed è chiaramente favorito contro l’australiano che ha promesso di vincere il torneo.
Già inserito il 9 luglio 2022 nelle News
Che fosse un Wimbledon lontano parente delle altre edizioni, anche le più recenti, lo sapevamo prima che incominciasse.
La notizia positiva era che tornava il pubblico senza alcuna limitazione di affluenza. Mettere la mascherina sarebbe stato una opzione interessante, visto che la pandemia non è per nulla finita. Invece non si sono viste, estinte come per i Panda.
La notizia negativa era che venivano esclusi i giocatori russi e bielorussi, quindi il n°1 del ranking Medvedev, che comunque non aveva quasi nessuna possibilità di vincere, si è dovuto accomodare nel salotto di casa per assistere alle partite più interessanti. Non ci sono comunque mancate le continue diatribe con il suo coach Cervara che ha così evitato di farsi cacciare dalla tribuna o di andarsene per non sentire le parole poco gentili che il moscovita spesso gli urla.
Per noi l’assenza del finalista della scorsa edizione è stata uno shock. Per come aveva vinto Stoccarda e il Queen’s al rientro dal lungo periodo di stop dopo l’operazione alla mano destra e visto l’andamento del torneo, non è difficile pensare che Berrettini sarebbe stato uno degli assoluti protagonisti. Al primo turno avrebbe dovuto incontrare Garin, terraiolo d.o.c., che si è spinto fino ai quarti di finale.
Purtroppo Matteo è stato fermato dalla positività al Covid prima che iniziasse il torneo. Qualche furbetto gli aveva consigliato di giocare facendo lo gnorri. Il romano si è autodichiarato. Così facendo non ha rischiato la sua salute ed è stato onesto nei confronti delle persone che gli sono più vicine o che l’avrebbero incontrato dimostrando un senso civico che gli fa onore. Immagino che era un anno che stesse pensando alla rivincita con Djokovic sui campi di Church Road. Il dispiacere per un giocatore che è stato costretto a saltare quasi tutta la stagione deve essere stato immenso.
Sinner sta crescendo. Lo ha dimostrato nel corso del torneo. Lo davano ampiamente sfavorito contro Alcaraz il quale è riuscito a fare partita alla pari solo nell’ultima ora e si pensava che contro Djokovic non sarebbe riuscito ad incidere. Ci è riuscito in risposta e negli scambi da fondo giocando in pressing finché il fisico è riuscito a reggere. Deve migliorare la resistenza fisica e la forza quando supera le due ore di gioco e alcuni accorgimenti tecnici per i quali, insieme al suo team rinnovato e di alto livello, sta lavorando.
Nadal ha lottato e anche questa volta si è spinto oltre il limite che il fisico gli consente. Ha preferito gli antidolorifici e gli analgesici al ritiro. In questo modo ha portato a casa un match che non era in condizione di poter vincere. Come ovvio quando si gioca con uno strappo addominale, anche se solo di alcuni millimetri, del quale era a conoscenza era difficile immaginare che potesse presentarsi in semifinale con Kyrgios che lo batté a Wimbledon già nel 2014. Ha così lasciato orfano il tabellone, il pubblico del Centrale, quello delle televisioni di tutto il mondo e ha dato la possibilità all’australiano di riposarsi.
Provocatorio il dibattito che ne è seguito e che ha riguardato la possibilità di dare a Fritz, sconfitto nel super tie-break del quinto, di tonare a giocare come lucky loser. La proposta di nessuna serietà è chiaramente irrealizzabile e il giocatore californiano l’ha rispedita, abbastanza sdegnato, al mittente.
Djokovic-Kyrgios è la finale che ci aspettavamo solo a metà anche se il giocatore di Canberra era volato a Londra non prima di dichiarare di voler vincere Wimbledon. Nick ha giocato abbastanza bene, a tratti ha convinto e indubbiamente ha le armi per mettere in difficoltà Nole che ha dalla sua l’esperienza e la perfetta capacità di gestire i tempi. Vincesse domani sarebbe il suo 28esimo successo consecutivo sui campi di Church Road, la settima volta a Wimbledon come Sampras.
Non può che essere Novak il favorito ma c’è un dato interessante che va dato. Nelle due volte che si sono incontrati nel 2017 sul cemento americano, a pochi giorni di distanza, ha vinto il player di Canberra senza perdere un set. Questo significa che l’australiano ha le armi per giocarsela, ma non credo per battere Novak.