Dominio di Lorenzo Sonego che rischia solo al primo turno contro Andrea Pellegrino.
Pensate ad una maratona nella quale tutti gli atleti hanno un tempo superiore a 2h e 15min. Un solo concorrente corre i fatidici 42 km e 195 metri in poco più di 2h e 10. Secondo voi chi vincerà? Se non ci saranno colpi di sole o distorsioni non è difficile immaginare che superata la prima ora vedremo una gara in solitaria.
Gli Assoluti sono tornati quest’anno dopo sedici anni di assenza, visto che col nuovo millennio mancava oramai il fascino che avevano nel secolo scorso, quando era bello ritrovarsi tutti insieme per la festa di casa nostra e prima che il tennis professionistico allungasse i propri tentacoli fatti di tanto denaro – ma non per tutti – e globalizzazione che non sempre significa spettacolo e divertimento.
Gli Assoluti giocati a Todi sotto la magistrale direzione di Giorgio Di Palermo non hanno avuto niente a che vedere con le pagliacciate organizzate in altri Paesi dove si è fatta a gara per cercare formule improbabili che speriamo non abbiano alcuna possibilità di sopravvivere nel tennis dei prossimi anni e dove non si è tenuto conto – elemento ancora ben più grave – che il Covid-19 è ancora tra noi e gode di ottima salute nonostante si sia provveduta a dargli qualche bottarella.
Il Campionato Italiano ha visto il successo del n°46 Atp Lorenzo Sonego, pronosticato da tutti come il gran favorito appena sorteggiato il tabellone.
Il venticinquenne torinese ha rischiato di uscire durante il primo tratto di strada quando ha dovuto incontrare pronti – via Andrea Pellegrino da Bisceglie, due anni più giovane e tanta voglia di emergere.
Nel super tie-break che sostituiva il terzo set fino ai quarti di finale il pugliese si è trovato a una palla, per ben tre volte consecutive, dal fare il gran colpo non solo di giornata, ma sarà stata la garra di Lorenzo e complice la fortuna che in questi casi non deve mancare mai che il piemontese ha trasformato il dramma sportivo in un trionfo a quel punto inatteso.
Dopo quel match Sonego non ha rischiato quasi più nulla. Solo alcuni momenti di scarsa concentrazione e di errori grossolani con Musetti, la next-gen diciottenne sul quale il mondo italico del tennis non solo spera, ma anche con Giustino in semifinale e con Andrea Arnaboldi in finale hanno permesso di poter assistere ad incontri vivi fino all’ultimo punto.
Arnaboldi, non considerato tra le otto teste di serie in un tabellone a trentadue giocatori, è stata la vera sorpresa del torneo. Ha eliminato Gaio nei quarti, dato in gran forma e pronosticato come il più probabile antagonista di Sonego per la finale, nella partita forse più interessante e spettacolare che si è vista a Todi.
Nel super tie-break il faentino ha dovuto cedere al canturino quando oramai, sul punteggio di 9-5, sembrava aver fatto suo il match.
Arnaboldi in semifinale non ha lasciato scampo nella strategia di gioco, il punteggio di 6-1 6-2 lo dimostra ampiamente, all’altro Andrea che si è messo in luce durante questa settimana: Vavassori, gran servizi e continua ricerca della rete, come ha dimostrato negli ottavi contro Fabbiano e nei quarti contro Gian Marco Moroni con il quale si è trovato ad un passo dal burrone.
Sonego si aggiunge ai nomi più prestigiosi del tennis italiano del secolo scorso, quando il titolo di Campione d’Italia veniva considerato un fiore all’occhiello da appuntarsi come gioiello inestimabile.
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